Trapani lavora di più, ma guadagna poco e invecchia: i numeri dell’INPS
Nel 2024 a Trapani si sono firmati 87mila nuovi contratti di lavoro. Una cifra che fa pensare a un boom, ma non è così: la maggior parte sono precari o stagionali. Infatti le ore di cassa integrazione sono esplose, passando da 156mila a 238mila. Tradotto: la gente lavora, ma spesso con contratti fragili, e le aziende non riescono a tenere tutti al lavoro. La disoccupazione è scesa dall’12,5% all’8,1%, eppure il lavoro stabile resta un miraggio.
Il bilancio INPS racconta anche di una provincia che si svuota. Nel 2024 le morti hanno superato le nascite di 2.194 persone. Gli immigrati (+245) non bastano a colmare il vuoto. Risultato: meno abitanti, più anziani, meno giovani a garantire ricambio. Come ha detto Filippo Cutrona, presidente del Comitato provinciale Inps: «Resteremo un’Italia di vecchi, una regione di vecchi, una provincia di vecchi».
Sul fronte stipendi, Trapani resta indietro: una donna guadagna in media 56 euro al giorno, un uomo 78. In Italia le cifre sono più alte: 61,2 e 84,1 euro, con una media complessiva di 79,8. Un doppio gap: si guadagna meno rispetto al resto del Paese e le donne sono penalizzate più degli uomini.
Le pensioni attive sono circa 101mila, il 49% alle donne. Nel 2024 sono state liquidate 4.560 nuove domande, meno rispetto all’anno precedente. Le nuove regole su quota 103 e opzione donna hanno reso più difficile uscire prima dal lavoro: significa che si va in pensione più tardi, sperando di portare a casa un assegno appena un po’ più dignitoso.
Capitolo delicato le invalidità civili. A Trapani mancano i medici per le visite, così molte pratiche sono state spostate a Palermo, Sciacca e Agrigento. I tempi di attesa si sono allungati da 137 a 187 giorni. «L’INPS lavora con tempi rapidi, ma il personale è diminuito per anni col blocco del turnover. Ora la tendenza si sta invertendo» ha spiegato Domenico Proietti, consigliere nazionale dell’Inps. Proietti ha parlato anche della riforma della legge sulla disabilità: entrerà in vigore nei prossimi mesi e darà all’INPS un ruolo centrale nell’assistenza alle persone più fragili.
Il rendiconto non dimentica la sicurezza sul lavoro. A Trapani, come nel resto d’Italia, gli infortuni restano un tema aperto: «Si va a lavorare per portare il pane a casa, ma bisogna pensare anche a come tornarci» ha detto Cutrona, ricordando che gli incidenti continuano a segnare la cronaca.
Un altro punto forte è il ruolo dei patronati e dei CAF. Fino a pochi anni fa erano visti quasi come concorrenti, oggi invece sono partner indispensabili per aiutare cittadini e imprese ad avere risposte dall’INPS. Lo dimostra la mole di pratiche che passano attraverso di loro: senza la mediazione dei patronati, tanti cittadini resterebbero senza orientamento.
Il quadro del personale mostra una struttura giovane ma sottodimensionata: 164 dipendenti, di cui 86 donne e 78 uomini, chiamati a gestire migliaia di pratiche ogni anno. Un impegno enorme che, con più risorse, potrebbe tradursi in tempi ancora più rapidi.
Tutto questo è stato discusso alla presentazione del Rendiconto sociale 2024 nella sede della Camera di Commercio di Trapani, con gli interventi di Filippo Cutrona, presidente del Comitato provinciale, Giuseppe Amato, direttore provinciale, Valeria Tranchina, presidente del Comitato regionale Inps Sicilia, Giuseppe Pace, presidente della Camera di Commercio, e Domenico Proietti, consigliere nazionale. Ma, come ha sottolineato Cutrona, mancava la politica locale. Nessun rappresentante istituzionale ha partecipato all’incontro.
La voce dei sindacati
A chiudere l’incontro sono stati i segretari di Cgil, Cisl e Uil Trapani – Liria Canzoneri, Federica Badami e Tommaso Macaddino – che hanno letto i numeri dell’INPS come un campanello d’allarme. «Il quadro conferma la necessità di rilanciare lo sviluppo del territorio – hanno detto –. Prevale il lavoro povero e precario, con salari più bassi rispetto al resto d’Italia e sempre meno contratti a tempo indeterminato. Così i giovani non possono progettare il futuro».
I sindacati hanno messo in guardia anche sul rischio spopolamento: «Con un saldo naturale negativo di 2.194 persone e solo +245 immigrati, le nostre città si svuoteranno». Da qui la richiesta di politiche sociali per le famiglie e di misure concrete di conciliazione vita-lavoro a sostegno delle mamme lavoratrici.
Canzoneri, Badami e Macaddino hanno aggiunto che «dietro i numeri c’è anche il peso del lavoro nero e del lavoro insicuro», chiedendo un patto per il rilancio del territorio. Le priorità? Usare subito i fondi PNRR, sostenere le imprese in difficoltà, potenziare le infrastrutture e cancellare le differenze salariali di genere ancora troppo diffuse.
I dati parlano chiaro: 23mila domande di disoccupazione, oltre 248mila ore di cassa integrazione, 227mila inattivi. Numeri che i sindacati leggono come un segnale di sfiducia profonda: «Lo sconforto domina e tanti non cercano più nemmeno un lavoro».
La Morgan School, centro specializzato nell’insegnamento della lingua inglese, si prepara a celebrare il Natale con un pomeriggio dedicato ai più piccoli e ai ragazzi delle sue sedi di Marsala (viale Whitaker 19) e...
In Sicilia l’attuazione del Pnrr continua a procedere con un passo troppo lento rispetto al cronoprogramma nazionale. Gli ultimi dati della cabina di regia, aggiornati al 25 novembre 2025, fotografano un ritardo ormai strutturale: dei...
Trapani fanalino di coda in Sicilia per l’importo dei prestiti richiesti: solo 9.920 euro la media nel 2025 La provincia di Trapani è l’area siciliana dove, nei primi dieci mesi del 2025, sono stati richiesti gli importi medi...
Il comparto dei prodotti proteici è uno dei settori che stanno crescendo più velocemente nel mondo della panificazione. Le ricerche online per “pane proteico a basso contenuto di carboidrati” sono...