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25/09/2025 06:00:00

Trapani, il bando dimenticato e le consulenze di fiducia

«Si perde un’occasione per avere un tecnico qualificato, pagato con fondi nazionali già stanziati, e nello stesso tempo si trovano subito risorse per nominare consulenti di fiducia. Questo è un errore inescusabile». Così in Consiglio comunale il consigliere Maurizio Miceli (Fratelli d’Italia) ha riacceso i riflettori su un caso che rischia di pesare sulla gestione dei fondi PNRR a Trapani.

Il riferimento è al bando del settembre 2024, quando il Comune pubblicò un avviso per selezionare un esperto in gestione, rendicontazione e controllo, figura cruciale per seguire programmazione, monitoraggio e rendicontazione dei progetti. L’incarico, di 36 mesi, prevedeva un compenso massimo annuo di circa 38 mila euro, a carico dello Stato e non del bilancio comunale. Ma di quella procedura, oggi, non resta nulla. «Mi sorprende – ha detto Miceli – che il decisore politico non abbia contezza immediata di un concorso di questa portata. Non stiamo parlando di una funzione accessoria, ma del dossier principale che tutte le amministrazioni devono affrontare».

Il consigliere ha ricordato come l’amministrazione non abbia fornito spiegazioni sul perché la selezione non sia andata avanti. «Mi aspettavo almeno una risposta – ha insistito – del tipo che la figura era stata coperta internamente o che il bando era stato annullato. Invece nulla. È un silenzio che lascia Trapani senza un punto di riferimento tecnico e senza competenze qualificate proprio quando servono di più».

La polemica si allarga quando Miceli mette a confronto il bando rimasto lettera morta con le nomine effettuate nello stesso periodo. «Voi non vi ricordate di questo concorso – ha detto rivolgendosi alla giunta – però vi ricordate benissimo quando avete deliberato incarichi per i soliti noti. È successo con Gianni Mauro, nominato consulente a 3.000 euro lordi mensili, e con Pietro Vultaggio, portavoce del sindaco. Due figure finanziate con fondi di riserva comunale per circa 50 mila euro complessivi».

Il sindaco Giacomo Tranchida ha respinto le accuse: «Il sindaco non si occupa di bandi e banditelli, se ne occupano gli uffici. Se ci sono ritardi vanno verificati, ma scaricarli sul sindaco significa fare propaganda». E ha difeso la scelta di Mauro, sottolineando che «in passato ha contribuito a intercettare finanziamenti rilevanti per la città».

Sul tavolo resta un nodo che va oltre lo scontro politico: da una parte la possibilità di rafforzare gli uffici con un tecnico qualificato e finanziato con risorse nazionali; dall’altra la decisione di utilizzare i fondi comunali per incarichi fiduciari.