Gentile redazione di Tp24,
Nei momenti più delicati della vita, quando si entra in ospedale con paura e fragilità, la differenza la fanno le persone che incontri. Domenica 7 settembre, quasi a termine della mia gravidanza, sono stata ricoverata d’urgenza presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia di Marsala e, con mia grande sorpresa, ad accogliermi c’era il primario in persona. Non è cosa comune trovare un primario in reparto di domenica, e questo la dice lunga sulla sua dedizione, soprattutto in un contesto già segnato da una forte carenza di personale. Non è soltanto un grande medico, ma anche un uomo capace di ascoltare e rassicurare, con la sensibilità e l’attenzione di un padre. Una persona meravigliosa, capace di trasmettere fiducia e serenità anche nei momenti più difficili.
Il mio stato d’animo era duplice: da una parte la gioia e l’emozione di poter finalmente conoscere e abbracciare il mio bambino, dall’altra una buona dose di paura. Paura che però si è trasformata in forza grazie al sostegno e alla professionalità di chi mi era accanto.
Il 10 settembre, dopo giorni di attesa infinita, è nato il mio piccolo Edoardo con un cesareo urgente, e il 13 sono stata dimessa. Nei giorni di degenza ho potuto vedere con i miei occhi la professionalità, la passione e l’umanità del personale medico, infermieristico, ostetrico e degli OSS.
Ma proprio per questo non posso tacere una realtà evidente: questo reparto è costretto a lavorare con un organico ridotto all’osso, chiamato a garantire nello stesso tempo le nascite e la degenza. Turni massacranti, notti in cui i parti si accavallano uno dopo l’altro, corse continue tra la sala parto e le stanze di degenza. Eppure, nonostante tutto, ogni operatore trova sempre la forza di entrare con un sorriso, pronto a dare risposte e rassicurazioni anche nel cuore della notte.
Questo non è sostenibile.
Non si può chiedere a pochi operatori di reggere sulle proprie spalle un carico così enorme e delicato. Non si possono lasciare mamme, fragili e spesso impaurite nelle mani di un personale ridotto, per quanto eccezionale e instancabile esso sia.
Per questo mi rivolgo alla Direzione Sanitaria: un reparto come Ostetricia e Ginecologia non può essere trattato come un reparto qualsiasi. Qui non si programmano i turni come in un ufficio: qui nascono bambini, qui la vita decide i suoi tempi. E qui serve forza lavoro adeguata.Potenziare l’organico non è più una scelta: è una necessità.
È un atto dovuto nei confronti delle donne, delle famiglie e degli stessi operatori che, ogni giorno, danno più di quanto sia umanamente richiesto.
Il mio più sincero ringraziamento va a tutti loro: grazie per la vostra dedizione, nonostante le difficoltà, e per aver reso più sereni giorni così intensi e importanti della mia vita.
Porterò sempre con me la gratitudine per il sorriso, la professionalità e l’umanità che mi avete donato in un momento così unico della mia esistenza.
Con affetto,
Alessia e il piccolo Edoardo