Nuovo capitolo nello scandalo della malasanità che ha travolto l’Asp di Trapani. Il giudice per le indagini preliminari Massimo Corleo ha nominato tre periti medico-legali per accertare se i ritardi nella consegna degli esami istologici – in alcuni casi fino a dieci mesi – abbiano aggravato le condizioni dei pazienti e chiarire eventuali profili di colpa dei 19 indagati.
Le operazioni peritali cominceranno il 13 ottobre e i consulenti avranno 90 giorni di tempo per depositare le relazioni. La prossima udienza è stata fissata al 23 gennaio 2026.
Secondo gli atti, oltre 3.300 referti sono stati consegnati con ritardo, e in 352 casi è stata accertata la presenza di tumori. Otto pazienti, colpiti da carcinomi gravissimi, hanno avuto il coraggio di denunciare la vicenda, dando avvio all’inchiesta.
Il gip non ha invece accolto l’istanza presentata dall’avvocato Niccolò Grossi, legale dell’insegnante mazarese Maria Cristina Gallo – la prima a denunciare lo scandalo – che chiedeva di trattare l’Asp non come parte offesa, ma come responsabile civile, e quindi al fianco degli indagati. La richiesta è stata respinta, ma il giudice ha comunque sottolineato che l’Asp, essendo costituita in giudizio, non potrà in futuro sostenere di essere stata esclusa dalle operazioni peritali.
Le accuse nei confronti dei 19 indagati, suddivise in 17 capi d’imputazione, vanno dall’omissione di atti d’ufficio fino all’omicidio colposo.
Un processo che, ancora una volta, riporta al centro dell’attenzione pubblica le gravi criticità della sanità trapanese.