Il Consiglio comunale di Marsala è diventato la caricatura di se stesso, pensato per rappresentare i cittadini, proporre soluzioni e guidare le scelte strategiche della città, oggi è ridotto a un teatrino polemico, una piazza dove i consiglieri si sfogano contro il sindaco senza però avere il coraggio – o la capacità – di avanzare un’idea, un progetto, una visione. Da cinque anni va avanti così. Un mucchio di polemiche.
La scena è sempre la stessa: microfono aperto per accuse e attacchi personali. Un atteggiamento comodo, che scarica tutto il peso delle scelte sull’Amministrazione, per poi alzare la voce e recitare la parte dell’opposizione indignata. Un interminabile sfogatoio. Un Consiglio comunale ridotto a tribunale dell’inconcludenza. Del resto è più facile accusare che costruire, più facile gridare che proporre. E intanto Marsala resta ferma.
Un Consiglio che non propone ma si limita a contestare rischia di restare irrilevante, mentre la città chiede risposte concrete. La critica è legittima e necessaria, ma deve essere accompagnata da soluzioni. Senza idee nuove, senza la capacità di incidere il Consiglio si condanna a restare un luogo di sfogo. Una recita continua, dove ognuno
prova a strappare qualche consenso.
E la delusione non risparmia nemmeno i giovani consiglieri, da cui ci si aspettava freschezza e entusiasmo. Hanno preferito adeguarsi, pronti solo a coltivare la propria visibilità e a scaldarsi in vista della prossima campagna elettorale. Giovani non come portatori di novità, ma come fotocopie della vecchia politica.
E poi ci sono i consiglieri “di lungo corso” che ormai recitano lo stesso copione da decenni: da anni le stesse chiacchiere e mosse.
La domanda è inevitabile: perché i cittadini dovrebbero continuare a mantenere un’assemblea cittadina che si comporta come un tribunale delle chiacchiere? Fino a quando il Consiglio resterà un club dello sfogo, sarà solo un peso morto per la città. E Marsala non può permetterselo.
Dei 24 esponenti presenti quasi il 90% verrà rieletto, nel frattempo si è aperta la caccia al nuovo presidente del consiglio comunale. Chi potrà farlo? Dipenderà da tante variabili: i voti presi, la coalizione, i consiglieri con le loro ambizioni. C’è una persona diversa da Enzo Sturiano, tra gli attuali, che potrebbe farlo? La risposta è secca: no. Nessuno è in grado di dirigere l’Aula come Sturiano. Basti guardare i vecchi consigli comunali, è questione in alcuni casi di inesperienza e in altri casi di inadeguatezza. Totale. E’ una di quelle poltrone che fa gola per smanie di protagonismo, un pò come quando, durante le processioni della settimana Santa, non sa prima chi deve indossare la fascia e farsi vedere.
E poi lo si dica con chiarezza: il consiglio comunale è diventato postificio per chi non ha altra occupazione, seconda entrata per i pensionati, rifugio per lavoratori costretti, altrimenti, ad andare a Milano e così via. Chissà se lo dicono ai loro elettori quando chiedono il voto. La causa non è il bene della città, è non andare lontano da casa. E non andrà meglio nell’allestimento delle liste: meglio che andare a scuola c’è di essere candidate al consiglio comunale. Tentare non nuoce. Pagano i marsalesi.