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05/10/2025 10:00:00

Sicilia, studenti puniti per aver scioperato per Gaza

Partecipare a uno sciopero per la Palestina è costato una sanzione disciplinare a centinaia di studenti di un liceo di Agrigento. Dopo l’adesione di massa alla mobilitazione del 3 ottobre in sostegno della Global Sumud Flotilla e della popolazione palestinese, la dirigente scolastica ha disposto una nota disciplinare per venticinque classi, imponendo che gli studenti potessero rientrare a scuola solo se accompagnati da un genitore.

Una decisione che ha scatenato la rivolta di famiglie e studenti, trasformando un provvedimento interno in un caso politico nazionale.

 

Le proteste di genitori e studenti

La comunicazione è arrivata direttamente sull’app del registro elettronico mentre lo sciopero era ancora in corso. La nota ha coinvolto sei classi del plesso centrale, cinque di un altro edificio, dieci di una succursale e quattro di un ulteriore plesso, in cui almeno i due terzi degli studenti erano assenti.

Le famiglie hanno reagito con sdegno. Molti genitori, che avevano partecipato in prima persona alle manifestazioni per Gaza, hanno rifiutato di presentarsi a scuola per “accompagnare” i figli, come richiesto dalla preside. In una lettera collettiva, hanno definito la decisione “una misura punitiva inaccettabile”, ribadendo che l’assenza degli studenti non è stata un gesto di disobbedienza ma “un atto di consapevolezza etica e civile che merita rispetto”.

 

La difesa della dirigente scolastica

Interpellata dall’Ansa, la dirigente – ex vicesindaca e assessora alla Cultura e alle Pari opportunità del Comune di Agrigento, oggi esponente della Democrazia Cristiana – ha spiegato di aver semplicemente applicato il regolamento d’istituto.

Il riferimento è l’articolo 5, comma 8, che prevede che in caso di “assenze di massa”, ovvero di almeno due terzi della classe, i docenti annotino sul registro un richiamo disciplinare e informino le famiglie, disponendo che la riammissione avvenga solo alla presenza dei genitori.

La preside ha aggiunto che la norma “è stata applicata anche in altre occasioni”, come in caso di assenze collettive per gite o manifestazioni, e che la decisione “non ha avuto carattere politico ma disciplinare”.

Il caso diventa politico

L’episodio ha però varcato i confini scolastici. La Cgil ha denunciato l’uso “disproporzionato” del regolamento, ricordando che “gli studenti stavano esercitando un diritto di partecipazione civile”. Anche Pd e M5S hanno espresso perplessità sull’atteggiamento della dirigente.