Asacom a Trapani, Tranchida: «Paghiamo 24 euro l’ora, agli operatori ne arrivano 9»
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«Ho scoperto che i Comuni e il Libero Consorzio pagano alle cooperative 23-24 euro l’ora per gli assistenti alla comunicazione (Asacom), e che questi in busta paga ne prendono 9 scarsi. C’è qualcosa che non torna». A dirlo è il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, durante l’incontro in Sala Sodano con le famiglie, convocato dopo le polemiche sui tagli alle ore del servizio di assistenza scolastica per gli alunni con disabilità.
Il primo cittadino non si limita a difendersi dalle accuse di aver parlato di «PEI fasulli» – i Piani Educativi Individualizzati che stabiliscono le ore di sostegno – ma rilancia puntando il dito contro il sistema delle cooperative: «Se è vero che per entrare qualcuno deve persino procacciarsi un bambino disabile da portare alla ditta, siamo di fronte a un meccanismo malato. Io non ci sto. Questi operatori vanno liberati da un gioco che li costringe a scegliere tra lo sfruttamento o la strada».

Tranchida ricorda che i Comuni del Distretto 50 (Trapani, Erice, Paceco, Valderice, Custonaci, San Vito Lo Capo, Buseto Palizzolo, Favignana e Misiliscemi) spendono oltre un milione di euro l’anno per il servizio, a fronte di trasferimenti regionali e nazionali che coprono appena un quinto delle spese. Da qui nasce la scelta di ridurre le ore degli Asacom quando coincidono con la presenza dell’insegnante di sostegno: una misura di contenimento dei costi che però famiglie e associazioni giudicano discriminatoria e illegittima.
L’Anffas, associazione delle famiglie, al termine dell’incontro ha ribadito la richiesta di «ripristinare subito le ore previste nei PEI», ritenuti validi dalla normativa, e ha annunciato la possibilità di ricorrere alle vie legali. Il sindaco, dal canto suo, ha chiesto tempo per verificare, insieme all’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp), i verbali sospetti e le modalità con cui sono stati determinati i piani.
Il nodo tecnico riguarda infatti i GLO (Gruppi di Lavoro Operativo), organi collegiali dove scuola, famiglia e operatori decidono il percorso di ogni alunno con disabilità. Secondo Tranchida, l’Asp non avrebbe partecipato regolarmente alle riunioni, limitandosi a firmare i documenti dopo. L’Asp replica invece che il suo ruolo è solo di supporto tecnico e che le diagnosi fornite bastano a guidare le scelte.
Ma per il sindaco la vera emergenza è duplice: da un lato garantire un servizio equo e sostenibile, dall’altro scoperchiare un sistema che rischia di penalizzare sia i bambini che gli stessi lavoratori Asacom. «Molti hanno studiato, sono professionisti, e si ritrovano con stipendi da 400 euro al mese. È un’ingiustizia. Io denuncio all’opinione pubblica quello che loro non possono dire. Se ci sono illeciti, lo accerti la magistratura».
Tranchida insiste infine sulla sua proposta politica: «Il servizio va istituzionalizzato dallo Stato, come già avviene per gli insegnanti di sostegno. Non può restare in mano a cooperative e bandi locali. In un Paese serio, con un welfare serio, la figura dell’Asacom dovrebbe essere riconosciuta come parte integrante del sistema scolastico».
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