Due giorni dopo essere comparsa davanti ai giudici di Trapani per difendersi dall’accusa di corruzione, Simona Vicari riceve un nuovo segnale di fiducia dal presidente della Regione, Renato Schifani. Lo racconta il Quotidiano di Sicilia.
Con un decreto firmato lunedì, il governatore ha infatti ampliato il campo della consulenza che l’ex senatrice del Nuovo Centrodestra offre al governo regionale da due anni, estendendola al tema dell’approvvigionamento idrico.
Una decisione che arriva in piena emergenza siccità, ma che riaccende anche le polemiche politiche e morali intorno alle scelte di Palazzo d’Orléans.
Dal ministero alle stanze della Regione
Architetta e già sottosegretaria alle Infrastrutture durante il governo Renzi, Vicari era stata chiamata da Schifani nel 2023 per offrire supporto tecnico-politico su energia, trasporti e infrastrutture.
Nel contratto di consulenza, firmato sei mesi dopo l’insediamento del governatore, si parlava di “attività di esame, approfondimento e studio” su politiche energetiche, qualità dei servizi pubblici essenziali e collegamenti regionali.
Con il nuovo decreto, la sfera d’azione dell’ex parlamentare si allarga anche al settore idrico, con un compito che — si legge nel testo — riguarda “l’assistenza all’organo politico per le politiche relative all’approvvigionamento idrico e le strategie operative volte all’efficientamento dell’intero sistema”.
Una scelta motivata, secondo la Presidenza, “dalla grande rilevanza che la crisi idrica assume per l’intero territorio siciliano”.
Un incarico milionario fino al 2027
Il rapporto tra Vicari e Schifani è ormai consolidato: iniziato il 19 aprile 2023, proseguirà fino al 12 ottobre 2027, cioè fino alla fine della legislatura.
In due anni l’incarico è stato rinnovato tre volte — ad aprile 2024 e poi nella scorsa primavera — per un importo complessivo superiore ai 270 mila euro.
Solo l’ultima proroga, valida dal 19 aprile 2025 al 12 ottobre 2027, vale 149.919,98 euro.
Il processo a Trapani: “Era solo un regalo di Natale”
Mentre prosegue la collaborazione con la Regione, Vicari è imputata nel processo “Mare Monstrum”, in corso a Trapani, l’inchiesta che ha scoperchiato una presunta tangentopoli nel mondo dei trasporti marittimi.
Secondo la Procura, quando era sottosegretaria avrebbe favorito gli armatori Morace per far inserire nella finanziaria nazionale del 2017 una norma che riduceva al 5% l’Iva sui collegamenti navali a corto raggio, ricevendo in cambio un orologio Rolex da cinquemila euro.
L’imprenditore Ettore Morace ha patteggiato la pena; Vicari, invece, ha sempre negato l’accusa: «Non era una tangente, ma un regalo natalizio».
Le opposizioni insorgono
Il nuovo decreto firmato da Schifani ha scatenato le reazioni del Movimento 5 Stelle.
«È l’ennesimo esempio della poltronite del presidente, dopo i tanti casi degli ultimi anni: dall’Ast alla sanità», accusa Antonio De Luca, capogruppo M5S all’Ars.
«Se Schifani si occupasse dei problemi della Sicilia come si occupa delle carriere di chi gli è vicino, oggi avremmo servizi degni della Svizzera. Invece — aggiunge con sarcasmo — siamo più vicini al Burundi. È inaccettabile che un’imputata per corruzione riceva nuovi incarichi pubblici: questioni di opportunità che il presidente sembra ignorare».
Un’alleanza politica che resiste
Il legame tra Schifani e Vicari, entrambi provenienti dall’area centrista che fu di Angelino Alfano, si conferma saldo nonostante le ombre giudiziarie e le critiche.
Nel decreto di rinnovo, il presidente sottolinea il “contributo prezioso e qualificato” dell’ex senatrice, che continuerà a seguire per la Regione energia, trasporti e adesso anche risorse idriche.
Un incarico tecnico, nelle intenzioni ufficiali. Ma anche, inevitabilmente, un segnale politico.
Perché nella Sicilia in emergenza acqua, Schifani ha scelto di affidarsi ancora a lei — un’architetta con un processo di corruzione in corso — per “ottimizzare” le politiche idriche dell’Isola.