Dopo oltre un decennio di battaglie legali, l’imprenditore siciliano Giuseppe Ferdico, noto come il "re dei detersivi", ha ottenuto la revoca della confisca dei suoi beni, che, al momento del sequestro, erano valutati circa 100 milioni di euro. A stabilirlo è stata la Corte d’Appello di Caltanissetta, che il 23 settembre ha annullato la confisca disposta nei suoi confronti. La decisione è definitiva e segna la conclusione di un lungo processo legale che ha visto Ferdico scagionato, già in via definitiva, dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Un "impero" restituito all’imprenditore
Grazie alla sentenza, Ferdico e sua moglie riacquisteranno il controllo di un ampio patrimonio, che include il più grande centro di distribuzione della Sicilia Occidentale, 4 centri commerciali e circa 20 negozi e supermercati che impiegavano circa 500 persone. La vicenda giudiziaria si è però intrecciata con l’accusa di collegamenti con la mafia, e dopo aver attraversato sei gradi di giudizio, è emersa la questione centrale: i presupposti che avevano portato alla confisca dei beni non erano fondati.
Un processo complesso: tra assoluzioni e accuse infondate
La decisione di confisca era stata adottata sulla base delle dichiarazioni di alcuni pentiti, che avevano descritto Ferdico come un imprenditore colluso con diverse famiglie mafiose, tra cui i Galatolo, i Fontana e i Lo Piccolo. Tuttavia, l’imprenditore è stato assolto in via definitiva dalla Corte d’Appello nel 2022, che ha escluso qualsiasi suo coinvolgimento con la criminalità organizzata. Secondo i giudici, non esistono prove di un contributo da parte di Ferdico alle attività mafiose, ma piuttosto emerge un quadro di "svantaggi" che l’imprenditore avrebbe subito, come estorsioni e l’obbligo di assunzione di persone imposte dalla mafia.
La discrepanza tra giudizio penale e prevenzione
La Corte di Caltanissetta ha ribadito che la confisca di beni non può essere disposta se i presupposti alla base del provvedimento sono identici a quelli che hanno portato all’assoluzione penale. Questo principio è stato già sancito dalla Cassazione, che ha annullato un primo rigetto della revoca della confisca, chiarendo che la decisione di revocare la confisca dei beni era dovuta alla conclusione del processo penale, che ha escluso qualsiasi legame tra Ferdico e la criminalità organizzata.