La terza sezione della Corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna nei confronti di C.M., 65 anni, collaboratore scolastico di Marsala, accusato di stalking e violenza privata aggravata ai danni di una bambina di 12 anni.
L’uomo era già stato condannato in via definitiva a 5 anni e 8 mesi di carcere per tentata violenza sessuale e corruzione di minorenne sulla stessa vittima. Ora, ritenuta la continuazione con i reati oggetto del nuovo processo, i giudici d’appello hanno rideterminato la pena complessiva in 6 anni e 9 mesi di reclusione.
Il caso risale alla primavera del 2020. Dopo il primo episodio di violenza — avvenuto in un casolare di campagna tra Marsala e Mazara del Vallo, dove il bidello aveva condotto la ragazzina con un pretesto — l’uomo avrebbe continuato a molestarla, pedinandola, seguendola in bicicletta e minacciandola di non raccontare nulla.
Il gup Matteo Giacalone, nel marzo dello scorso anno, aveva condannato il 65enne a 3 anni di reclusione per questi ulteriori episodi. Adesso la Corte d’appello, pur riducendo la pena per alcuni capi d’accusa, ne ha confermato la colpevolezza complessiva.
Anche la moglie dell’uomo, M.B., 52 anni, era imputata per falsa testimonianza e calunnia: in primo grado era stata condannata a 2 anni e mezzo, pena ora ridotta a un anno e otto mesi con sospensione condizionale.
La Corte ha inoltre disposto un risarcimento di 20 mila euro in favore della ragazza e dei suoi genitori, costituitisi parte civile con l’avvocato Vincenzo Forti, e 1.500 euro all’associazione “Casa di Venere” di Marsala, rappresentata dall’avvocata Roberta Anselmi.
Nel primo processo, già concluso, per il bidello era stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da minori per due anni dopo la fine della pena.