Il gip di Palermo ha disposto l’archiviazione dell’indagine sull’uccisione di Claudio Domino, il bambino di 11 anni assassinato nel capoluogo siciliano il 7 ottobre 1986. Il procedimento, riaperto nel 2021, è stato chiuso su richiesta della Procura, che non ha ravvisato nuovi elementi utili per individuare i responsabili.
La vicenda di Claudio, rimasta per quasi quarant’anni senza una verità giudiziaria, continua a rappresentare una delle pagine più oscure della storia palermitana. Nonostante l’opposizione dell’avvocato Antonio Ingroia, legale della famiglia Domino, il giudice ha accolto la richiesta dei magistrati, ponendo fine all’ultima fase dell’inchiesta.
Il piccolo fu colpito a morte in strada da un uomo giunto in sella a una moto, in circostanze che all’epoca lasciarono sconcertata l’intera città. I genitori, titolari di una ditta che si occupava delle pulizie all’interno dell’aula bunker di Palermo – dove in quegli anni si celebrava il maxiprocesso contro Cosa nostra – hanno sempre chiesto che fosse fatta piena luce sull’accaduto.
Negli anni successivi, diverse ipotesi sono state avanzate, ma nessuna pista ha portato all’identificazione del killer o dei mandanti. Persino alcuni esponenti mafiosi, come Giovanni Bontade, all’epoca imputato nel maxiprocesso, avevano pubblicamente negato qualsiasi coinvolgimento dell’organizzazione nell’omicidio.
A quasi quarant’anni dai fatti, la vicenda di Claudio Domino resta dunque un mistero irrisolto, simbolo di una verità che la giustizia non è ancora riuscita a restituire.