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11/10/2025 06:00:00

"Il cancro vero è la nostra sanità". L'ultima lezione di Maria Cristina Gallo

Maria Cristina Gallo non è stata solo la paziente zero, è stata la donna che ha scoperchiato il vaso degli scandali, perché sono più di uno, dei ritardi di consegna dei referti istologici. Una donna malata di cancro che ha lottato fino alla fine per affermare non solo il diritto tempestivo alla cura ma per celebrare la giustizia sociale. Sono stati mesi duri, appesa al filo della speranza, perché quando il corpo non risponde più alle cure e il male avanza ti resta la preghiera degli ultimi giorni, la speranza che chi resta possa trovare consolazione.

 

I numeri
A vaso scoperchiato si è scoperto che erano 3313 i casi non repertati in tempo, e dall’esito degli stessi 356 persone hanno avuto consegnata una refertazione di positività. Cioè cancro. La Gallo è stata la paziente 0, la vittima 1 è stata Francesco Coddretto, morto per tumore non più guaribile, consegnato il referto dopo 10 mesi. 
Prima ancora Paolo Robino, 74 anni, infermiere di Salemi è morto di infarto prima ancora che arrivasse il referto: cancro. Ieri il decesso della professoressa mazarese, la cui storia fu oggetto di due interrogazioni parlamentari grazie al vice presidente della Camera, Giorgio Mulè.


La Storia
Maria Cristina Gallo è stata operata il 14 giugno del 2023 presso l’ospedale di Mazara del Vallo, attende 8 lunghissimi mesi prima di sapere che il suo tumore era al quarto stadio. Una storia surreale: una operazione di routine, un fibroma che andava rimosso, il medico non voleva nemmeno operarla perché pensava che quel fibroma potesse riassorbirsi da solo. Ad un mese esatto dall’operazione si è sottoposta a visita di controllo e ha chiesto l’esito dell’istologico, che si trovava nel frattempo nel reparto di Anatomia Patologica di Castelvetrano. Referto che non era pronto e non lo è stato nemmeno nei mesi successivi, la Gallo ha sempre chiesto notizie ma i sanitari la rincuoravano: se passa il tempo e un paziente non viene chiamato significa che va tutto bene. Un forte mal di pancia ha lanciato un altro campanello di allarme e in autonomia la Gallo aveva prenotato una Tac e una Ecografia, fa tutto privatamente, e da lì si evince che c’è qualcosa che non va. 


Dopo 4 lettere inviate dall’avvocato all’ASP  finalmente arriva il referto, dopo però ben 8 lunghissimi mesi, con un risultato nefasto: cancro. Si sottopone a PET a Milano e si scopre che la malattia era arrivata al quarto stadio. 
Il centro nazionale tumori di Milano ha confermato, rifacendo l’istologico, che il male si era esteso perché dal tempo del primo prelievo al risultato consegnato erano trascorsi troppi mesi. E’ impossibile pensare che la professoressa Gallo avesse già qualcosa ai polmoni: due mesi dopo l’intervento di Mazara si è sottoposta, per altri motivi, ad una Tac ai polmoni con esito “pulito”, significa che non c’era nulla.
Nelle sue parole del 27 marzo la Gallo ci dice: “Se fosse stato preso in tempo oggi non avrei le metastasi, che faccio fatica a togliere. Sono alla 18esima chemio proprio perché non vanno via”. A seguire ne ha fatte altre ancora.

 

 


La battaglia
E’ stata una donna che con determinazione ha portato avanti la sua battaglia, lo ha fatto con dignità e lucidità. Sempre il 27 marzo ci ha detto: “La mia voce è pacata e serena ma anche sconfortata. Denunciare è stato un dovere morale assoluto”. Ci sono delle pec di cui parla la Gallo che sono state inviate all’ASP e pare che non abbia mai ricevuto risposta: “Chi conosce diventa responsabile. La conoscenza è coscienza. Se so e non agisco o faccio poco io sono responsabile”, ha detto.


Una sofferenza indicibile  che ha subito la Gallo e la sua famiglia. Una battaglia che nel dolore hanno insieme combattuto fino alla fine. 
Nonostante la malattia, che la scavava e consumava, ha avuto parole di grande fermezza: “Sono libera della rabbia. Non ho sentimenti di vendetta. Ho scelto la lotta positiva. La giustizia non può più essere fatta ma si può praticare, che significa puntare al futuro”.

 

La lezione 
“Efficacia ed efficienza in sanità devono stare insieme. Così deve esserci pure l’umanità e il rispetto per la persona che attende. E’ una questione di vita o di morte”. Sono parole molto forti che dovrebbero scuotere  le coscienze, e che devono servire a non ripetere mai più drammi del genere, che divorano  intere comunità, che ledono persone, che violentano l’anima e che attentano alla vita.

Ecco la prima giustizia sociale che possiamo mettere in campo: restituire la verità. Lo facciamo con le parole della Gallo: “Ci vuole un cambiamento radicale ma immediato. E questo cambiamento deve avere come primo passo l’ammissione di responsabilità. Il cancro vero ce l’ha la nostra Sanità”.

Oggi a Mazara è lutto cittadino. Questa mattina alle 10:30 i funerali in cattedrale, l'ultimo saluto ad una donna che ha lottato con dignità.