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11/10/2025 06:00:00

Marsala è una città che ha bisogno di crescere

Gentile direttore di Tp24,

 

Il tempo trascorre e le elezioni della prossima primavera sembrano ridursi sempre più a una questione di alleanze, candidature, liste. Perché non si discute di idee e di programmi? Si può costruire una Città migliore mettendo in secondo piano le migliori risorse e competenze, senza ascoltare i cittadini?

 

Uno dei difetti della politica nostrana è la mancanza di visione. E la visione bisognerebbe pure saperla mantenere nel tempo, comprendendo in anticipo criticità e cambiamenti. 

 

Per progettare e costruire una città moderna, sostenibile, inclusiva, bisogna conoscere le necessità del territorio, programmare con una strategia e trovare soluzione ai bisogni quotidiani, dal diritto alla salute all’accesso ai servizi primari, dalla vivibilità degli spazi urbani alla sicurezza, dal decoro alla digitalizzazione, dalla giustizia sociale all’inclusione. 

 

Cambiamento significa credere in un nuovo modello di governance urbana, una leadership che coordini le competenze indispensabili a generare, realizzare e promuovere innovazione. Significa saper trovare e gestire risorse e strumenti, massimizzare le opportunità, anticipare gli scenari futuri.

 

Abbiamo un’idea di sviluppo locale? Di autonomia strategica e crescita economica? Quali eccellenze produttive fanno eccellere la nostra amata Città, soprattutto in ottica sistemica? L’agricoltura e il settore vitivinicolo si confrontano con problemi irrisolti; soffrono piccoli e grandi produttori. Eppure vantiamo prodotti e sottoprodotti di assoluta eccellenza. L’artigianato ha perso identità e forza. La piccola e media industria potrebbe avere un futuro, ma non ci crediamo abbastanza. Avremmo importanti risorse (umane, materiali, ambientali) per migliorare la nostra economia e creare lavoro. Parliamo del turismo come ancora di salvezza, ma siamo in grado di elaborare una strategia turistica, di garantire infrastrutture e servizi che accrescano l’attrattività della nostra splendida terra? Non è solo una questione di porto o di aeroporto. 

 

Il dialogo e il benessere dei cittadini sono il termometro della realtà. Cosa pensa il cittadino?

 

“Vorrei vedere una Città a dimensione umana, dove i servizi urbani siano efficienti ed accessibili a tutti, dove non manchi l’acqua, dove i rifiuti si trasformino in risorse e prodotti, dove i giovani ricevano una formazione di qualità e possano scegliere se vivere in questa terra con un lavoro dignitoso o fare un’esperienza altrove, dove sia garantito il diritto a curarsi, dove si tornino a respirare sicurezza nelle strade e fiducia nella presenza costante delle Istituzioni. 

Vorrei che nella mia Città rinasca quel senso di comunità, oggi smarrito a causa di individualismi, tensioni e scarso rispetto dei valori di convivenza civica. Una Città dove le persone si aggreghino non solo in occasione di sagre o feste di contrada – che ben vengano, ma non rimangano iniziative isolate - dove le famiglie più disagiate possano credere in un futuro migliore. Vorrei una Città dove la cultura segua un approccio sistemico e scenda fra la gente, nei cortili, nelle contrade, nelle piazze. Una Città dove ogni cittadino si senta parte di essa e responsabilizzato ad averne cura”.

 

Continuare con approcci generici e vecchi strumenti politici non produce crescita. Occorre ridurre i divari esistenti nella società, nell’economia, nell’educazione, nella salute. E allo stesso tempo bisogna pensare oltre. 

 

Chi amministra e chi ambisce a farlo non può avere la bacchetta magica, ma ha l’onere di promuovere - con umiltà, concretezza, senza secondi fini e mettendo in campo appropriate competenze e non già diritti acquisiti - collaborazione e dialogo con il territorio e attuare la rivoluzione culturale di cui avremmo estremo bisogno, secondo un vero processo partecipativo. Nella consapevolezza che artefice del cambiamento è ogni cittadino.

 

Giovanni Di Girolamo