Manovra “quater”: maggioranza in tilt all’Ars, domani vertice urgente dopo il voto segreto
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Dopo il massacro della manovra “quater”, con diversi articoli bocciati a voto segreto grazie ai franchi tiratori, è stato convocato per domani, 13 ottobre, un vertice di maggioranza. L’appuntamento è fissato per le ore 12.00 a Palazzo d’Orléans. Durante la seduta di giovedì non sono mancate accuse e repliche, indiscrezioni e nervi tesi. Sullo sfondo, l’ipotesi di una crisi di maggioranza. A discuterne saranno i segretari regionali dei partiti insieme al presidente della Regione, Renato Schifani.
Tra i primi a rilasciare una dichiarazione pubblica è stato l’alleato di governo Totò Cuffaro, che ha richiamato alla responsabilità politica e alla coerenza: “Serve coscienza politica, non opportunismo. Machiavelli diceva che il fine giustifica i mezzi, ma ciò che è accaduto in Aula impone una riflessione più profonda: non solo sui mezzi usati, ma soprattutto sul vero fine di certe scelte.”
Cuffaro usa parole nette e un giudizio chiaro: “Sono state anteposte logiche di parte alle urgenze reali della Sicilia, alimentando discredito verso le istituzioni e sfiducia nei cittadini. I falsi amici si sfilano quando conviene, ma la politica ha bisogno di lealtà, coscienza e umanità. Bene il richiamo del presidente Schifani a riportare in Aula senso di responsabilità, evitando un paradosso istituzionale che avrebbe danneggiato anche le cose buone approvate.”
Galvagno: nessuno scontro con Schifani
Le voci dell’ultima ora parlavano di una frattura tra il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e il presidente della Regione, Renato Schifani, sulla questione delle nomine in sanità.
Galvagno ha però smentito: “Smentisco categoricamente che la manovra e le votazioni siano legate alle vicende relative alle nomine. Di questi aspetti non me ne sono mai occupato né me ne occupo. Non c’è stato alcun litigio con il governatore Schifani, a cui mi legano sentimenti di profondo rispetto, amicizia e affetto. Dall’inizio di questa legislatura c’è chi prova a creare dissidi magari per emergere o per tornaconti personali.”
Sulla sola presenza in Aula dei deputati meloniani, Galvagno ha aggiunto: “Mi dispiace molto, da dirigente di FdI, che tutti i deputati di Forza Italia, della Lega e della Democrazia Cristiana abbiano lasciato soli – e a un triste destino – i deputati di Fratelli d’Italia, che hanno difeso, per quanto possibile, gli articoli rimasti nel testo, salvando diverse norme, tra cui quella sull’esenzione dei canoni irrigui. Purtroppo sono state bocciate norme che riguardavano proprio gli assessorati di FdI. Assistere a teatrini comici e surreali, come la richiesta di numero legale fatta da un importante deputato di Forza Italia, fa riflettere. Probabilmente, se quei deputati che gironzolavano tra i corridoi fossero rientrati, avremmo potuto salvare qualche articolo in più. Il mio rapporto con il presidente della Regione è ben solido, e se in queste ore fosse cambiato, ne prenderò atto solo quando mi verrà manifestato dal diretto interessato.”
Galvagno ha poi ricordato che l’Assemblea regionale siciliana continua a lavorare “nell’interesse della Sicilia e dei siciliani”, approvando una manovra che: stabilizza i lavoratori dei consorzi di bonifica, incrementa il fondo della legge “Liberi di scegliere”, sostiene la zootecnia e gli allevatori, mantiene l’impegno con il Comune di Gibellina. È stata inoltre scongiurata la chiusura dell’Ipab di Paternò, e sono stati confermati gli interventi a favore del Comitato Paralimpico, degli Asacom e delle misure per i disabili gravissimi.
Il vertice
Nessun azzeramento di giunta, almeno per ora. Il presidente Schifani ha ribadito che “saranno gli altri ad assumersi le proprie responsabilità”. Lunedì sarà il momento del confronto: bisognerà capire da dove ripartire e che fine farà una coalizione che, al momento, appare tutt’altro che compatta.
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