Ci sono ancora 17 operai sospesi tra speranza e licenziamento. Sono quelli che non hanno firmato il passaggio da Trapani Servizi a Formula Ambiente, l’azienda che dal 2022 gestisce l’igiene urbana. Per loro si è aperta la procedura di licenziamento collettivo, ma resta una finestra: fino al 31 dicembre potranno ripensarci e aderire al transito, che garantisce la tutela dei diritti acquisiti grazie alla clausola sociale.
La vicenda si intreccia con la crisi della partecipata comunale, rimasta senza vertici dopo le dimissioni di Giulio Vulpitta e la brevissima parentesi di Lorenzo Gabriele. Anche il direttore generale Carlo Maria Giannotta ha lasciato l’incarico, firmando a fine settembre la comunicazione che certificava la sorte dei 17. Per sbloccare lo stallo, il sindaco Giacomo Tranchida ha nominato un amministratore unico: l’ingegnere Salvatore Accardo, già tecnico della Trapani Servizi dal 2005 al 2017.
«Ho scelto una figura di fiducia e competente, capace di interloquire con la Regione e di dare un futuro all’azienda», spiega Tranchida.
Il sindaco non risparmia critiche ai lavoratori che hanno detto no: «Hanno perso un’occasione straordinaria. Chi è transitato in Formula Ambiente è garantito per i prossimi appalti, mentre Trapani Servizi non ha più possibilità di assorbirli. Non comprendo questo atteggiamento. Se qualcuno li ha illusi, togliendo loro il pane, vadano in procura a denunciare chi li ha ingannati».
Accardo prova a riportare la discussione su binari concreti. Ricorda il precedente del 2018, quando un lavoratore che non volle transitare «fu licenziato e perse pure il ricorso. Fu riassunto dopo, ma con un livello inferiore e senza anzianità. Questo dimostra che il rifiuto non porta a nulla».
C’è poi la questione del macchinario acquistato nel 2017, l’aprisacchi-trituratore al posto di un trituratore primario. Scelta su cui per anni si è scaricata la responsabilità politica. Accardo, che in quegli anni era direttore tecnico della società, chiarisce: «Quel macchinario ha funzionato, con qualche limite. Dare la colpa al sindaco per una scelta tecnica è ridicolo».
Ma per l’amministratore unico il vero errore è stato un altro: «Non essere entrati nella SRR Trapani Nord come società di scopo, come hanno fatto altre realtà siciliane. Quella scelta ha indebolito Trapani Servizi».
Nonostante tutto, Accardo resta ottimista: «La società è assolutamente salvabile. L’obiettivo è completare la nuova vasca per rifiuti non pericolosi, progetto del 2017 che finalmente si realizza. Oggi gestiamo 120 tonnellate al giorno con 35 dipendenti: già così siamo al limite, non possiamo assorbire altri lavoratori. Chi ha firmato mantiene ferie, contributi, TFR e anzianità. Chi non lo ha fatto rischia solo il licenziamento».