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14/10/2025 14:16:00

Chioschi allo Stagnone. "La vera sconfitta è per la collettività"

La recente sentenza del TAR che ha "salvato" i chioschi allo Stagnone di Marsala solleva profonde preoccupazioni per Legambiente. Attraverso un comunicato stampa, Maria Letizia Pipitone, per il circolo Legambiente, esprime una serie di considerazioni critiche, definendo la decisione una "classica vittoria di Pirro" e ponendo l'accento sul futuro del territorio e l'interesse della collettività.

 

Le Incognite Giuridiche e la Speranza di un Ricorso

Pur premettendo di non conoscere le motivazioni della sentenza, e quindi astenendosi da commenti puramente giuridici, Pipitone auspica che l'Avvocatura dello Stato "ne individui le criticità e la impugni al Consiglio di Giustizia Amministrativa". Questo denota una chiara intenzione di Legambiente di non arrendersi e di perseguire tutte le strade legali per la tutela dell'area.

 

La Cruda Realtà Economica: Troppi Chioschi, Poco Spazio

A prescindere dagli aspetti legali, la portavoce di Legambiente mette in luce una "banale regola economica" che, a suo avviso, determinerà in ogni caso la fine di molti operatori. "Non ci vuole, infatti, una laurea o un master in economia per comprendere che centinaia di chioschi, o meglio un chiosco ogni cento metri, su una fascia costiera di soli 14 Km circa non possono sopravvivere tutti".

Questa saturazione si traduce già in realtà drammatiche: se "pochi chioschi lavorano nei mesi estivi (luglio e agosto) a pieno ritmo", determinando la "fine della tranquillità dei luoghi" – uno dei principi cardine del rispetto della riserva – molti altri "sono sempre vuoti". La sovraesposizione ha già avuto ripercussioni concrete, con alcune scuole di Kitesurf che hanno "già chiuso i battenti e altre le seguiranno, semplicemente perché sono troppe e non c’è lavoro per tutti, oltre che spazio sufficiente nella laguna".

 

Cosa si è veramente "vinto"? L'Appello ai Politici

La questione più pungente sollevata da Pipitone è rivolta direttamente ai politici che si sono spesi "in questa battaglia contro la tutela del nostro territorio naturale". Legambiente chiede loro di "spiegare esattamente cosa hanno vinto". L'interrogativo è duplice: si è vinta "la fine di qualsivoglia regola dettata dalla soprintendenza a tutela dei nostri beni naturali e culturali?" oppure "l’idea che per una manciata di voti si possa sacrificare il futuro delle prossime generazioni, privandole di uno dei pochi beni significativi della città?"

La risposta, secondo Legambiente, è amara: "Hanno sicuramente vinto i pochi gestori di attività che lavorano e si arricchiscono a danno però non degli ambientalisti ma dell’intera comunità." L'intervento di Maria Letizia Pipitone è un forte monito contro quella che viene percepita come una miope visione politica, incapace di bilanciare interessi economici di parte con la salvaguardia di un patrimonio naturale e culturale irripetibile come quello dello Stagnone di Marsala.