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16/10/2025 09:21:00

Maxi sequestro di corallo rosso illegale al largo di Marettimo

La Guardia di Finanza ha scoperto un traffico illegale di corallo rosso del Mediterraneo nelle acque al largo di Marettimo, nelle isole Egadi. L’operazione, condotta dal Reparto Operativo Aeronavale di Palermo in collaborazione con il Gruppo Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare, ha portato al sequestro di oltre 700 chili di “Corallium Rubrum”, una risorsa marina di altissimo valore commerciale e fortemente tutelata.

 

Tutto è iniziato quando un aereo delle Fiamme Gialle, impegnato nei controlli sul Canale di Sicilia, ha intercettato un’imbarcazione di dieci metri che procedeva a velocità sostenuta verso le coste trapanesi, proveniente dall’area magrebina. Il segnale è stato girato alle unità navali in mare, che hanno raggiunto e fermato il natante in acque territoriali, al largo dell’isola.

A bordo si trovavano tre persone residenti nel Trapanese, che si sono mostrate visibilmente nervose al momento dei controlli. Durante l’ispezione, i militari hanno scoperto 22 colli sigillati, nascosti nei locali interni dell’imbarcazione, contenenti il prezioso corallo rosso del Mediterraneo, per il quale i tre non hanno saputo fornire alcuna documentazione di provenienza.

 

Il corallo, la cui raccolta è consentita solo in periodi specifici dell’anno e con licenza speciale, è stato sequestrato insieme all’imbarcazione. I tre occupanti sono stati denunciati per ricettazione e contrabbando e segnalati alla Procura della Repubblica competente, che coordina ora le indagini per individuare l’intera rete del commercio illegale.

Secondo le stime degli investigatori, il valore del corallo sequestrato supera i 500 mila euro.

L’operazione, spiegano le Fiamme Gialle, rientra nell’attività di contrasto ai traffici illeciti via mare e alla concorrenza sleale che danneggia il mercato legale.
Il sequestro, concludono, “conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel tutelare le risorse naturali e l’economia onesta, a salvaguardia del patrimonio ambientale e dei confini economici del Paese”.