Un duro j'accuse contro la deriva volgare del dibattito politico e l'uso strumentale della malattia come offesa. La sindaca di Erice, Daniela Toscano, ha rotto il silenzio per esprimere il suo "disgusto vero, profondo, umano" in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate nei deliranti podcast notturni di Valerio Antonini dal dottor Orazio Mistretta in cui la malattia veniva usata con intenti denigratori.
Le parole incriminate, pronunciate dal dottor Mistretta, si riferivano all'ex sindaco di Erice, Tranchida, oggi Sindaco di Trapani e alla stessa Toscano: «Quello che penso io è che Tranchida è stato un vero e proprio cancro per questo territorio. È stata una neoplasia, ma una neoplasia maligna perché la differenza tra neoplasia maligna e neoplasia benigna, da medico, sta solo nel fatto che le maligne danno le metastasi no? Lui è stato in grado di dare anche la metastasi perché lui da una parte è diventato sindaco in un territorio, poi ha metastatizzato con la Daniela Toscano creando come dire, il suo avatar, il suo punto di riferimento sul territorio di Erice».
"Disgusto e miseria umana"
La reazione della sindaca Toscano è stata immediata e ferma. «Ci sono momenti in cui si resta senza parole. Non perché manchino le cose da dire, ma perché si prova disgusto. Un disgusto vero, profondo, umano», ha dichiarato. Il suo sdegno è amplificato dal fatto che tali affermazioni provengano da un medico, una figura professionale che "per mestiere dovrebbe conoscere il peso delle parole, il valore della dignità, la sofferenza di chi sta male".
La sindaca ha puntato il dito anche contro Antonini, reo di essersi "limitato ad annuire", senza alcuna "presa di distanza, nessuna parola per fermare una deriva così vergognosa". Per Toscano, in questi casi, "il silenzio è complicità".
La dignità oltre la malattia
Daniela Toscano ha voluto ribadire che non intende scendere a un livello di dibattito così "volgare e scadente". Tuttavia, ha sentito il dovere di intervenire: "il silenzio, oggi, sarebbe vigliaccheria". Il suo messaggio è forte: "Si può avere qualunque opinione politica, ma portare il dibattito pubblico a un livello così basso, così squallido, da usare la malattia come arma, è qualcosa che non dovrebbe appartenere a nessuna comunità civile. Non c’è giustificazione. Non c’è ironia che tenga. È solo miseria umana".
La sindaca ha sottolineato la sua personale esperienza come donna che ha "affrontato e superato una malattia", e che "proprio di recente — a causa del cancro — ha perso una cognata". Queste esperienze le conferiscono una particolare sensibilità nel condannare l'uso di un linguaggio che "riduce il dolore a una battuta da bar", offrendo una voce a "tanti, troppi, che hanno vissuto o stanno vivendo la stessa battaglia".
Un appello al rispetto e alla responsabilità
La sindaca Toscano ha concluso il suo intervento con un appello alla responsabilità: "Quando un medico dimentica la pietà, e un 'conduttore' dimentica la responsabilità, qualcuno deve ricordare che le parole contano". Per lei, chi usa le parole per ferire "rivela solo se stesso e la sua assenza di umanità", e non si può giustificare tale linguaggio come mera metafora.
"Io penso che mentre qualcuno pensa di 'far cadere' le amministrazioni, quello che cade ogni sera è la decenza. Cade la cultura del rispetto. Cade la responsabilità delle parole. Il confronto politico è un’altra cosa. Questo, invece, è solo uno spettacolo indegno", ha affermato. Daniela Toscano ha riaffermato la sua fede in una politica fatta di rispetto, confronto e verità, invitando chi usa termini come "metastasi" per descrivere un avversario politico, o chi non si dissocia, a "guardarsi allo specchio e chiedersi dove sia finita la propria coscienza".