È stata dimessa con 15 giorni di prognosi la donna marsalese aggredita martedì pomeriggio all’interno di uno studio medico di via Finocchiaro Aprile, a Marsala. Lividi sul volto e sul corpo, dolori ai fianchi, una mano tumefatta e, soprattutto, uno shock profondo.
Secondo la ricostruzione della Polizia, un uomo sulla trentina è entrato nello studio di una dottoressa del centro, senza appuntamento e senza esserne paziente. Dopo un rapido scambio di parole, è tornato indietro e, senza alcuna ragione apparente, ha aggredito violentemente una donna presente nello studio, colpendola e stringendole le mani al collo. A bloccarlo sono stati due uomini in sala d’attesa, che lo hanno immobilizzato fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
Un episodio inspiegabile e inquietante che riaccende, ancora una volta, il tema della sicurezza per medici, infermieri e operatori sanitari, sempre più spesso vittime di aggressioni sul luogo di lavoro.
La condanna dell’Ordine dei Medici: “Serve una task force con Prefettura e forze dell’ordine”
L’Ordine dei Medici di Trapani, presieduto da Filippo Mangiapane, ha espresso “ferma condanna” per quanto accaduto, definendo l’aggressione «grave e inaccettabile».
“I presenti hanno vissuto momenti di forte sconvolgimento e incredulità – scrive Mangiapane –. La prontezza dei pazienti nel fermare l’aggressore è stata fondamentale, ma resta lo shock che un simile evento provoca in chi lavora ogni giorno per la salute dei cittadini”.
Il presidente dell’Ordine parla di un clima di crescente insicurezza che colpisce non solo gli ospedali ma anche gli studi privati e gli ambulatori territoriali, dove spesso il personale lavora senza adeguate misure di protezione.
“Riceviamo quotidianamente segnalazioni di medici che non si sentono più al sicuro. Chiediamo alle istituzioni locali di attivarsi con urgenza – aggiunge Mangiapane – rafforzando la presenza delle forze dell’ordine e installando sistemi di allarme e protocolli di intervento rapido”.
L’Ordine chiede inoltre un incontro urgente con il Prefetto di Trapani, Daniela Lupo, per istituire una task force permanente composta da Prefettura, Questura, Carabinieri, Polizia Municipale, ASP, Ordine dei Medici e sindacati di categoria.
Un’emergenza nazionale: nel 2024 oltre 18mila operatori sanitari aggrediti
L’episodio di Marsala non è un caso isolato. In tutta Italia le aggressioni a danno del personale sanitario sono aumentate del 33% nell’ultimo anno. Solo nel 2024, oltre 18mila operatori — tra medici, infermieri e volontari — sono stati vittime di violenze verbali o fisiche, secondo i dati del Rapporto Fnomceo-Censis.
Il fenomeno colpisce soprattutto i Pronto soccorso, i reparti psichiatrici e le aree di degenza, ma si estende anche agli studi territoriali e alle ambulanze. Nel 70% dei casi si tratta di aggressioni verbali, ma in un quarto dei casi si passa alle mani.
La Federazione delle aziende sanitarie (Fiaso) stima che ogni Asl abbia registrato, nel 2024, almeno 116 episodi violenti, con un incremento del 5,5% rispetto all’anno precedente. Gli infermieri sono le vittime principali (60% dei casi), seguiti dai medici e dai volontari del 118.
Una tendenza che, secondo la Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza (Simeu), sta portando molti professionisti a lasciare i reparti: il 10% dei medici di pronto soccorso si dice pronto a cambiare lavoro “per paura”.
“I medici hanno paura”: il silenzio che svuota gli ospedali
Il 71% dei medici ospedalieri dichiara di temere un’aggressione sul posto di lavoro, una percentuale che sale al 76% tra le dottoresse. Numeri che si traducono in stress, burnout e un progressivo allontanamento dalla professione, in un contesto già segnato da carenze di personale e attrezzature obsolete.
Come ricorda il presidente Simeu Alessandro Riccardi, «ogni aggressione, anche solo verbale, peggiora la qualità del servizio e allontana i cittadini dalla fiducia nel sistema sanitario».
Un dato su tutti: l’85% degli italiani si dice spaventato dalle aggressioni ai medici e ritiene “urgente” contrastare questo fenomeno, secondo una ricerca dell’Istituto Piepoli. Due italiani su tre sarebbero pronti a “scendere in piazza” per difendere chi lavora negli ospedali.
Marsala, la paura dopo la paura
Nello studio di via Finocchiaro Aprile, dove si è consumata l’aggressione, resta l’incredulità. «Mai avremmo pensato di assistere a una scena del genere», raccontano alcuni testimoni.
La donna aggredita, dopo una notte in osservazione all’ospedale Paolo Borsellino, è tornata a casa. La dottoressa che ha assistito alla scena ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
In città si torna a parlare di sicurezza, rispetto e fiducia: valori che dovrebbero essere alla base del rapporto medico-paziente e che oggi appaiono fragili.
E mentre le indagini proseguono, l’Ordine dei Medici lancia un appello:
“Non possiamo più accettare che gli studi e gli ospedali diventino luoghi di paura. Difendere i medici significa difendere la salute di tutti”.