Dalla Valtellina a Pantelleria, e poi tra le vigne di Petrosino e Camporeale: il viaggio della delegazione del Biodistretto lombardo è stato un incontro tra due mondi agricoli che si somigliano più di quanto sembri.
A Petrosino i produttori hanno visitato la cantina sociale, una realtà che mette insieme 842 soci e lavora 100 mila quintali d’uva l’anno. Ne nascono 75 mila ettolitri di vino, tra cui 300 mila bottiglie biologiche. La regina è il grillo, che da solo rappresenta il 60% della produzione. Non è un caso: Petrosino è il comune più vitatvitata d’Europa e l’area del Biodistretto Terre degli Elimi, con i suoi 18 comuni, è la provincia più vitata d’Italia.
Poi la tappa a Camporeale, per conoscere da vicino la cooperativa Valdibella, considerata un gioiello del biologico siciliano. Sessanta soci, 400 ettari coltivati, tra cereali, legumi, vigneti, uliveti, mandorli e frutteti con agrumi e perfino avocado e mango.
I prodotti di punta? Vino in quattro tipologie, olio, pasta di grani antichi e latte di mandorla. Non solo agricoltura biologica: Valdibella segue anche i principi dell’agroecologia, salvaguardando biodiversità e varietà autoctone.
Gli ospiti arrivano da Sondrio, terra di vigneti terrazzati e bovini Bruna alpina allevati per latte e formaggi. Dal confronto sono emersi spunti concreti: tecniche diverse, ma stessi obiettivi di sostenibilità e rispetto della natura. E anche dati che fanno riflettere: se in Sicilia un quintale d’uva vale circa 60 euro, in Valtellina ne viene pagato 250. Un divario che racconta due economie agricole molto diverse.
Il bilancio della giornata è positivo: la visita ha aperto la strada a possibili collaborazioni. Perché, che si tratti di vigneti tra i monti o tra il mare e il sole di Sicilia, la sfida resta la stessa: produrre cibo buono, sano e sostenibile.