×
 
 
17/10/2025 06:00:00

Palermo, l'ultimo saluto a Paolo Taormina: “Non lasciamo vincere la violenza"

Un applauso lungo e doloroso, poi i palloncini bianchi e azzurri che si alzano nel cielo sopra la Cattedrale di Palermo. Così la città ha salutato Paolo Taormina, il giovane di 21 anni ucciso sabato notte in via Spinuzza, colpito alla nuca da un proiettile mentre cercava di calmare una lite davanti al pub di famiglia.

 

Un migliaio di persone ha affollato la Cattedrale per i funerali, celebrati dall’arcivescovo Corrado Lorefice, in un clima di commozione e rabbia. I commercianti hanno abbassato le saracinesche, le scuole si sono fermate, il Comune ha proclamato il lutto cittadino.

Sulla bara bianca, due cuori di rose bianche e rosse con le iniziali “P. T.”. Gli amici di Paolo, molti seduti a terra, indossavano magliette con la sua foto e la scritta “Sarai per sempre nei nostri cuori”. All’uscita del feretro, le voci si sono alzate in coro: “Paolo, Paolo!”.

Tra i presenti, il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco Roberto Lagalla, il presidente della Commissione antimafia regionale Antonello Cracolici e numerosi rappresentanti istituzionali.

 

 

 

“Non sono gli eserciti a sconfiggere la violenza”

L’omelia dell’arcivescovo Lorefice è stata un forte richiamo alle coscienze: “La vita di un solo uomo vale l’infinito. Non sono gli eserciti, non sono le forze di polizia — pur nel loro encomiabile servizio — che potranno estirpare la violenza omicida. Può essere solo Palermo tutta a mettere fine a questa spirale, con una politica della cura verso i più fragili”.

Poi l’appello ai giovani: “Dite no ai venditori di droga e alcol, ai venditori di morte. Vogliono solo i vostri soldi, non la vostra felicità”.
Sabato sera, Lorefice ha invitato la città a una “movida alternativa” allo Zen, in piazza San Filippo Neri, “non armati di armi, ma dell’amore di Paolo”.

 

Il corteo e la protesta

Dopo la cerimonia, il feretro ha attraversato la città fino a viale Regione Siciliana. Auto e moto hanno accompagnato il corteo fino al carcere Pagliarelli, dove è detenuto Gaetano Maranzano, il 28enne reo confesso dell’omicidio.
Davanti all’istituto penitenziario, centinaia di persone hanno gridato “Giustizia, giustizia!”. Alcuni detenuti hanno risposto con applausi dalle finestre: un momento di tensione e dolore, ma senza incidenti.

 

Una città ferita

Dal porto è arrivato un segnale simbolico: il triplice fischio delle navi ormeggiate, voluto dai lavoratori e dai sindacati dei trasporti. “È il nostro modo di esprimere vicinanza alla famiglia e dire basta alla violenza”, hanno dichiarato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.

Intanto, la Commissione antimafia regionale ha riunito ieri in Prefettura magistrati e vertici delle forze dell’ordine. “A Palermo circola una quantità di armi che preoccupa”, ha detto il presidente Cracolici. “Non si vince allo Zen con le sole divise: serve la voce del quartiere, serve la città intera”.