Una storia di medicina, coraggio e memoria arriva da Palermo, dove all’Ospedale Villa Sofia un uomo di 101 anni è stato sottoposto con successo all’impianto di un pacemaker definitivo. Dopo appena 48 ore di degenza, il paziente è stato dimesso e ha fatto ritorno a casa, in buone condizioni.
Il paziente, classe 1924, era arrivato al pronto soccorso lamentando vertigini, malessere generale e vomito. Gli accertamenti clinici hanno evidenziato un blocco atrioventricolare con frequenza cardiaca molto bassa, una condizione che ha reso necessario il ricovero urgente in Terapia Intensiva Coronarica.
Dopo la somministrazione dei farmaci per stabilizzare il ritmo cardiaco, l’équipe medica ha proceduto all’intervento di impianto del pacemaker, eseguito mediante accesso venoso ascellare eco-guidato. L’operazione è stata condotta dal direttore dell’Unità di Terapia Intensiva Coronarica, Carlo Cicerone, insieme alla sua squadra, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza e con un’attenta valutazione dei rischi legati all’età del paziente.
Ma dietro la cartella clinica, c’è una vita eccezionale: l’uomo è un reduce della Seconda guerra mondiale, veterano della Campagna d’Africa, dove prestò servizio tra Eritrea, Etiopia e Libia. Durante il ricovero ha condiviso con medici, infermieri e pazienti i suoi ricordi di guerra, trasformando la stanza d’ospedale in un piccolo spazio di memoria storica e umana.
Dopo il successo dell’intervento e una terapia specifica per un iniziale scompenso cardiaco, il centenario è tornato a casa “più forte di prima”.
“Questa operazione assume un valore simbolico e scientifico – ha commentato il direttore generale dell’AOOR Villa Sofia, Alessandro Mazzara – dimostra che l’età, di per sé, non deve costituire un limite assoluto nelle scelte terapeutiche. E conferma il ruolo di Villa Sofia come centro di riferimento per interventi d’eccellenza anche in scenari ad alto rischio”.
Una storia di vita e di rinascita che mostra come, anche a 101 anni, il cuore possa tornare a battere con nuova energia.