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21/10/2025 05:00:00

Bancarotta fraudolenta, chiesta la condanna per due commercialisti di Marsala

Il pm Sara Varazi ha invocato la condanna dei commercialisti Giulio Bellan (quattro anni e 4 mesi di carcere) e Pietro Buffa (tre anni e 8 mesi). Il processo si tiene con rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari Matteo Giacalone. I due commercialisti sono accusati bancarotta fraudolenta in concorso con due imprenditori loro clienti, che già da tempo hanno chiesto, invece, di patteggiare la pena: sono Luigi e Giovanna Vinci, padre e figlia, operanti nel settore della produzione gelati, soci e contitolari delle stesse aziende (“Vinci srl” e “Vinci sicilian food”). Per Luigi Vinci la pena concordata è di tre anni, mentre per la figlia di due anni. Il prossimo 17 novembre, il giudice Giacalone dovrebbe decidere sia sugli abbreviati, che sui patteggiamenti. A difendere Bellan è l’avvocato Giovanni Galfano, insieme all’avvocato Salvatore Luigi Sinatra che difende anche gli altri tre. Luigi Vinci è un imprenditore abbastanza conosciuto in città anche per essere stato, alcuni anni fa, presidente del Marsala Calcio (si è dimesso a fine novembre 2018). Le sue società finite nell’indagine sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Marsala alcuni anni fa. 

 

Le indagini, lunghe e complesse, sono state condotte dai militari della Compagnia della Guardia di finanza di Marsala, all’epoca comandata dal capitano Luigi Palma, e coordinate dal sostituto procuratore Antonella Trainito (attualmente pm alla Procura di Trapani). I reati individuati dalle Fiamme Gialle sono stati bancarotta fraudolenta patrimoniale per circa quattro milioni di euro, bancarotta fraudolenta documentale, bancarotta impropria e falso in bilancio.

 

 L’inchiesta è stata avviata nel 2019. Il procedimento era stato avviato davanti al gup Annalisa Amato, che nell’ottobre 2024 respinse le due richieste di processo con rito abbreviato “condizionato” (ad una consulenza di parte e ad una testimonianza) avanzate da Bellan e Buffa.

 I due Vinci, invece, hanno chiesto di patteggiare la pena già un anno fa e il pubblico ministero, il procuratore Fernando Asaro, diede il suo consenso. E la presenza in aula del capo della Procura di Marsala testimonia l’importanza e la delicatezza dell’indagine.