In Sicilia non ci sono iscritti alla scuola di specializzazione in cure palliative, anche la copertura nazionale è ferma al 40%.
Giorgio Trizzino, fondatore della Samot, già parlamentare nazionale che ha fatto approvare nel 2021 la legge che ha istituito la scuola di specializzazione in cure palliative ha lanciato l’allarme: “In Sicilia, nel nuovo anno accademico, non risulta nessun iscritto alla scuola di specializzazione: si rischia di vanificare la legge che le ha istituite, uno degli sforzi legislativi più significativi per la sanità pubblica degli ultimi anni”. Con la scuola di specializzazione i medici dovrebbero rispondere a esigenze specifiche di un paziente con prognosi infausta.
Delle venti sedi candidate a ospitare la scuola a partire dal primo anno (2021-2022), 17 sono state ritenute idonee e 15 (Ancona, Bologna, Brescia, Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano Statale, Napoli Federico II, Padova, Palermo, Roma Campus Biomedico, Roma Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma La Sapienza, Trieste) hanno attivato il percorso formativo (nell’infografica che segue la mappa delle scuole attive e non anno nell’anno accademico 2022-2023).
Sono circa 112 le borse previste ma le immatricolazioni non arrivano nemmeno al 40%. A Palermo nel 2024 sono state appena 4 le borse assegnate, nel 2025 nessuna.
Le motivazioni
Per Trizzino “Manca ancora un settore scientifico-disciplinare dedicato alle cure palliative e la materia non viene insegnata nei corsi di laurea in Medicina e chirurgia. Non esiste nemmeno alcuna equipollenza con le altre specialità affini, oncologia ad esempio, neurologia, anestesia o ancora geriatria. Uno stato di fatto che penalizza centinaia di professionisti già in questo ambito e scoraggia quei giovani medici che vorrebbero scegliere questa branca”.
E poi c’è pure una mancanza di decisioni di indirizzo politico e di investimento: “C’è un disinteresse istituzionale che si manifesta anche nella mancata attuazione delle reti di cure palliative previste dalle normative nazionali e regionali e nella recente decisione del Ministro della Salute di nominare, nella sezione ministeriale dedicata, quasi esclusivamente esperti di terapia del dolore, escludendo persino i presidenti delle principali società scientifiche del settore, Sicp e Fedcp”. Riconoscere la disciplina, valorizzare la formazione e dare piena attuazione alle leggi esistenti: queste sono le linee guida da seguire. “Le cure palliative non sono una medicina di riserva - conclude Trizzino - ma la medicina del prendersi cura. Occorrono scelte coraggiose e coerenti: il diritto a non soffrire e a non essere abbandonati non può restare solo sulla carta”.