Lo avevano annunciato i deputati della DC: l’abolizione del voto segreto è necessaria per la tenuta di una legislatura che vede una maggioranza coesa solo a parole.
A nome del gruppo parlamentare, il presidente Carmelo Pace ha depositato un disegno di legge per l’abolizione di questo strumento.
La necessità nasce da quanto accaduto in Aula durante il voto sulla manovra quater, quando diversi articoli furono bocciati proprio grazie al voto segreto e ai franchi tiratori.
Nel vertice di centrodestra, il presidente Renato Schifani ha chiesto di eliminare questa possibilità. Ma il paradosso è dietro l’angolo: la norma potrebbe essere bocciata — ancora una volta — proprio con il voto segreto.
Un’eventualità che l’opposizione ha già lasciato intendere e che rischierebbe di lasciare la maggioranza in frantumi.
Tuttavia, la priorità per il governo regionale resta la Finanziaria: solo dopo si affronterà la questione del voto segreto. Un altro inciampo nella già precaria coalizione.
La posizione della DC
Il primo firmatario del ddl è Carmelo Pace, seguito dai deputati Ignazio Abbate, Carlo Auteri, Salvatore Giuffrida e Serafina Marchetta.
Nel testo si legge: “Questa norma, che introduce espressamente il voto palese quando il Parlamento è chiamato a esprimersi in materia di bilancio, tributi o contributi, mira a garantire la massima trasparenza — soprattutto agli occhi dei cittadini — sulle scelte dei parlamentari, tutelando al contempo la libertà d’espressione e il legittimo dissenso.”
E ancora: “Il voto segreto è stato finora usato impropriamente per alimentare giochi di palazzo e inciuci sulla pelle dei siciliani, affossando sistematicamente provvedimenti sostenuti dal governo e dalla maggioranza. È diventato un sistema abituale, quasi prevalente. Finora lo scrutinio segreto è stato richiesto per circa 100 votazioni, provocando la bocciatura di riforme cruciali — dalle Province ai Consorzi di bonifica, dalla lotta alla siccità agli aiuti per l’agricoltura, fino ai fondi per i Comuni.”
La DC conclude: “È il momento di assumersi le proprie responsabilità alla luce del sole. Questa legge rappresenta un argine per chi crede di poter trasformare l’Aula parlamentare in un poligono da tiro al piattello, nascondendosi dietro l’anonimato del voto segreto.”
ARS ferma
Nel frattempo, il Parlamento siciliano non ha prodotto grandi risultati. L’Aula tornerà a riunirsi martedì prossimo, con diversi debiti fuori bilancio all’ordine del giorno.
Messina Contro Schifani
Nessuna rosa, ma tante spine. È questa la fotografia di una maggioranza che fatica a restare unita. A lanciare l’attacco è Manlio Messina, ex assessore regionale al Turismo, oggi deputato nazionale del gruppo misto, già esponente di Fratelli d’Italia: “I dati parlano chiaro: la Sicilia è ferma. I progetti del PNRR non avanzano, la spesa è bloccata e rischiamo di perdere oltre 11 miliardi di euro destinati a infrastrutture, scuole, sanità e servizi ai cittadini. La responsabilità di questo fallimento ricade su Schifani, impegnato più nelle polemiche interne che nei problemi reali dell’isola.”
Messina annuncia un’interrogazione parlamentare al ministro Tommaso Foti per chiedere “azioni di supporto e vigilanza fino alla possibilità di commissariare la gestione dei progetti PNRR”.
Sui social, Messina aveva già rincarato la dose: “Schifani continua a beneficiare del lavoro fatto dal governo Musumeci. Si vanta dei risultati economici della Sicilia, ma sono frutto di scelte passate. A oggi, oltre ai 300 mila euro dati alla società Trapani Calcio — dove il consulente è suo figlio — non vedo nulla di strategico. Speriamo che nei prossimi due anni trovi la forza per risollevare la Sicilia o lasci spazio a chi ha più energia.”
Pellegrino: "Messina è distratto"
Per il capogruppo di Forza Italia all’ARS, Stefano Pellegrino, “L’onorevole Messina non sta seguendo i dati reali dell’economia siciliana. I segnali positivi sul PIL e sull’occupazione sono evidenti, e la Giunta Schifani sta già lavorando per sbloccare i fondi del PNRR.”
Pellegrino aggiunge: “Spesso il problema non è la Regione, ma i beneficiari: enti locali e agricoltori che faticano ad attuare la spesa o ad affrontare la burocrazia. La Regione è al lavoro per superare queste criticità. La Sicilia ha bisogno di fatti, non di polemiche.”