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25/10/2025 06:00:00

Sanità siciliana, troppe urgenze e pochi medici: il paradosso delle "reti solide"

Il rapporto Agenas sulle reti tempo dipendenti, con i dati del 2023, indica la Sicilia con un sistema pieno di criticità ma allo stesso tempo che non si pone come fanalino di coda.


Il monitoraggio è stato eseguito sulla base di: un questionario unico per Regione/PA, compilato dalla Regioni e P.A. nel periodo compreso tra il 15 ottobre 2024 ed il 6 febbraio 2025, volumi e indicatori specifici per ciascuna rete riferiti all’anno 2023; anagrafica delle strutture ospedaliere delle Regioni riferita all’anno 2023. 
Il Questionario analizza i requisiti essenziali e comuni ad ogni Rete Clinica regionale tempodipendente (ictus, cardiologica per l’emergenza, trauma, emergenza-urgenza) finalizzati a garantire una migliore operatività della stessa.
 

La Sicilia ha un sistema sanitario capace di rispondere con coerenza organizzativa e risultati clinici migliori della media del Sud. La valutazione della governance regionale è  0,88, uno dei valori più alti d’Italia.
 

Quindi le reti tempo-dipendenti (infarto, ictus, trauma ed emergenza-urgenza) formalmente istituite sono solide.
Agenas specifica inoltre che la Sicilia è una delle regioni del Mezzogiorno con una rete più formalizzata, dotata di atti istitutivi, coordinatori regionali di rete e protocolli operativi coerenti con le direttive nazionali.  Riconosce pure  la presenza di tavoli tecnici, un coordinamento stabile e una pianificazione che resta sopra la media del Mezzogiorno, ma invita la Regione a investire su personale, digitalizzazione e interoperabilità dei dati.

 

I dati
Il sistema dell’emergenza-urgenza, che integra 118, Pronto Soccorso e centrali operative, ottiene un indice di efficienza di 0,71, parimenti a Toscana e Lazio.
il dato negativo è relativo alla carenza di personale, il sovraffollamento cronico e la presenza di accessi impropri, che sottraggono tempo ai casi più gravi.
Nel 2023 gli accessi ai Pronto Soccorso siciliani hanno superato quota un milione, ma meno di un terzo dei pazienti è stato poi ricoverato. È la fotografia di una rete che funziona, ma a fatica, con personale ridotto e tempi di attesa spesso insostenibili.

 

La rete cardiologica
La Sicilia ha registrato 9.161 ricoveri per infarto miocardico acuto (IMA) nel 2023. I pazienti deceduti entro sette giorni dal ricovero sono stati 603, pari al 6,6%, un valore inferiore alla media nazionale.
Le procedure di angioplastica (PTCA) sono state 10.934, mentre gli interventi di bypass aorto-coronarico (BPAC) 1.054.
L’indice di governance, 0,77, testimonia una rete ben strutturata, con un’efficiente organizzazione dei centri hub e spoke e buoni tempi di intervento: la maggior parte dei pazienti STEMI riceve una rivascolarizzazione entro 90 minuti. 
Critica invece è la  riabilitazione cardiologica: solo l’8% dei pazienti accede a percorsi dedicati, la media nazionale è del 14%.

 

La rete ictus
Nel 2023 si sono verificati 8.052 episodi di ictus, di cui 5.823 ischemici, 1.895 emorragici e 334 emorragie subaracnoidee. I decessi a sette giorni dal ricovero sono stati 811, pari al 10% dei casi.
La Sicilia dispone di 13 Stroke Unit di primo livello, con 48 posti letto, e di 4 centri di secondo livello, con 32 posti aggiuntivi. L’indice di governance, 0,77, colloca la regione tra le più organizzate del Sud.
Agenas segnala che la copertura dei centri è buona, ma la riabilitazione post-acuta resta limitata.

 

 

La rete trauma
Nel 2023 sono stati presi in carico 45 traumi maggiori, con 6 decessi entro 7 giorni, pari a una mortalità del 13,3%, inferiore alla media nazionale del 18,3%.
Agenas rileva una buona capacità di presa in carico e un’efficace organizzazione dei percorsi, grazie alla collaborazione tra ospedali hub e spoke e al coordinamento con il sistema 118, che garantisce il trasporto protetto dei pazienti politraumatizzati. La rete traumatologica siciliana è una delle più efficaci del Mezzogiorno.

 

I problemi
Vero punto di caduta è la mancanza di personale, con turni disumani per medici e infermieri, in Sicilia il problema è più grave che altrove perché si fatica a trattenere professionisti qualificati. 
I trasferimenti interospedalieri restano complessi, soprattutto nelle province interne, dove la distanza tra gli ospedali hub e spoke si traduce in ritardi nei percorsi tempo-dipendenti. Anche i PDTA, i percorsi diagnostico-terapeutici, non sempre vengono rispettati in modo uniforme, mentre la riabilitazione post-acuta fatica a garantire continuità di cure.
Altra criticità sollevata da Agenas  è l’urgenza di migliorare l’interconnessione digitale tra ospedali e territorio e di potenziare il ruolo delle cure intermedie.