Scuola a Trapani: tra promesse e realtà, le criticità che restano
La tappa trapanese del ciclo “La Sicilia fa Scuola” ha acceso i riflettori sull’istruzione nell’isola, ma al di là della manifestazione emerge un quadro che richiede attenzione più che applausi: richiede azione concreta. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e dall’Ufficio Scolastico Regionale, si è svolta all’Istituto “Pagoto” di Erice Casa Santa, alla presenza dell’assessore Mimmo Turano, del prefetto Daniela Lupo, del questore Giuseppe Felice Peritore, del sindaco di Erice Daniela Toscano, dell’assessore comunale all’Istruzione di Trapani Giulia Passalacqua e del dirigente dell’Ambito Territoriale Davide Nugnes.
«La Sicilia fa Scuola non è una passerella, ma un’occasione per ascoltare chi vive ogni giorno la scuola», ha detto Turano, che ha ricordato il piano triennale da oltre 700 milioni di euro del governo Schifani per edilizia, innovazione, diritto allo studio e contrasto alla dispersione scolastica. Ma il quadro reale delle scuole trapanesi racconta una realtà più complessa.
L’appello del Prefetto: lo sport torni ad essere educativo
Nel suo intervento, il Prefetto di Trapani Daniela Lupo ha rivolto un appello diretto alle scuole e alle famiglie: difendere il valore educativo dello sport. Dopo aver ricordato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’importanza della scuola come luogo di inclusione e crescita, Lupo ha sottolineato che oggi «la scuola deve adattarsi ai cambiamenti, aiutando i ragazzi a usare la tecnologia e l’intelligenza artificiale come strumenti di formazione e non come limiti alla crescita».
Il Prefetto ha poi richiamato l’attenzione sulla funzione sociale delle attività sportive e artistiche, che nelle scuole trapanesi sono diventate elementi centrali di educazione e inclusione. Ma ha anche lanciato un monito: «Dobbiamo avere la forza di stigmatizzare quei comportamenti che non fanno parte dello sport. Assistere a episodi di violenza o di libidine pre e post partita non fa parte dello sport».
Parole che arrivano in un momento in cui si moltiplicano gli episodi di bullismo e di aggressività legati alle competizioni sportive giovanili. «Lo sport è educazione, non spettacolo di rivalità. È amicizia, disciplina, rispetto delle regole e degli altri», ha detto Lupo. L’appello si chiude con un invito alle scuole a promuovere esperienze che uniscano corpo, mente e arte: «Inclusione, apertura e bellezza devono essere le parole chiave. La scuola deve continuare a insegnare a crescere insieme».
Ecco qual è il quadro della scuola di Trapani
Negli ultimi mesi la provincia ha mostrato luci e ombre. Da un lato, la creazione dell’Osservatorio di area per la dispersione scolastica Trapani–Erice presso l’Istituto “Bassi-Catalano” rappresenta un passo avanti: 22 istituti coinvolti, coordinamento tra scuole, enti locali e formazione professionale. Dall'altro le criticità dovute ai lavori in corso sugli edifici scolastici, messi in sicurezza con lavori in corso durante lo svolgimento dell'anno scolastico.
Dal canto suo, il Dirigente dell’Ambito Territoriale di Trapani, Davide Nugnes, ha messo in evidenza la vitalità e la forza della scuola trapanese, riconoscendo il valore della collaborazione tra istituzioni, docenti e dirigenti scolastici.
«Oggi celebriamo non solo l’avvio di un nuovo anno scolastico, ma un momento di condivisione autentica con il territorio - ha dichiarato Nugnes -. La scuola trapanese è viva, dinamica e inclusiva: accompagna i ragazzi nel loro percorso di crescita, con una didattica innovativa e un impegno costante per contrastare la dispersione scolastica, promuovere l’integrazione e valorizzare le diversità. Insieme ai dirigenti e a tutto il personale lavoriamo ogni giorno per una scuola che non lascia indietro nessuno». Nugnes ha poi rivolto un pensiero ai più giovani, incoraggiandoli a coltivare autenticità e consapevolezza, ricordando che la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma uno spazio di libertà, creatività e scoperta, dove si imparano valori destinati a durare nel tempo.
Le criticità della scuola Trapanese
La prima riguarda l’edilizia scolastica. I cantieri spesso procedono senza un piano coordinato e talvolta si lavora durante le lezioni. Solo dopo le proteste di insegnanti e famiglie è stata disposta la sospensione delle attività in orario scolastico.
La seconda è la dispersione scolastica: nonostante i nuovi strumenti di monitoraggio, l’abbandono resta una piaga. Lo stesso Turano ha ammesso che «le scuole si scoraggiano davanti a mille cavilli burocratici», riferendosi alla difficoltà di spendere e rendicontare i fondi regionali ed europei.
La terza criticità è la frammentazione della formazione professionale. «Forse è mancata la programmazione - ha detto l'assessore regionale - Abbiamo fatto un bando da 27 milioni, ma non l’abbiamo utilizzato».Turano ha ricordato di aver “cambiato il metodo”, passando dal finanziamento dell’offerta alla domanda: «Non possiamo continuare a spendere milioni per corsi che non creano lavoro. Su 150 milioni, 80 erano per parrucchieri ed estetiste. Ho voluto riequilibrare e riconoscere le competenze reali». Ma resta da capire come questa riforma si tradurrà in opportunità per i giovani trapanesi, dove il raccordo tra scuole e imprese è ancora debole.
Altro nodo è l’orientamento universitario. Turano ha citato il Polo Universitario di Trapani, che oggi offre 17 corsi di laurea, tra cui Scienze Agrarie, Biologia Marina, Giurisprudenza e Scienze della Comunicazione. Ricordando però che «Abbiamo ampliato l’offerta formativa, ma mancano gli iscritti. Ilcorso di Scienze Agrarie non ne ha nessuno - Turano ha aggiunto - Bisogna crederci e promuoverla nelle scuole», ha detto. . Un appello che sottolinea un problema culturale ancora aperto: molti studenti continuano a percepire l’università trapanese come una scelta di ripiego
La parola ai docenti: quello che serve davvero
Tra le priorità indicate da docenti e dirigenti ci sono la conclusione dei lavori negli edifici scolastici con tempi certi e comunicazioni trasparenti, la piena apertura delle scuole nel pomeriggio, come promesso da Turano, e la semplificazione delle procedure di accesso e rendicontazione dei fondi. Serve anche rafforzare il dialogo tra università, scuole e territorio, per costruire un sistema di orientamento capace di trattenere i giovani in Sicilia.
l nodo della dispersione: l’intervento della preside Cottone
A rendere il quadro più concreto è stato l’intervento della professoressa Ornella Cottone, dirigente dell’Istituto “Bassi-Catalano” e coordinatrice dello storico Osservatorio d’Area Trapani–Erice contro la dispersione scolastica. Cottone ha mostrato il volto operativo della scuola, quello che lavora quotidianamente tra emergenze e burocrazia. Ha ricordato che la rete conta oggi 22 scuole, 5 enti di formazione e il CPA, e che da anni si muove tra bandi, protocolli e relazioni con il Distretto 50. Ma dietro la competenza e la passione del suo racconto, è emersa una diagnosi severa. «All’inizio l’attenzione era rivolta solo alle percentuali. Oggi lavoriamo sulla prevenzione, sulla conoscenza dei ragazzi che rischiano di lasciare la scuola», ha spiegato. Tuttavia, la dirigente ha ammesso che l’attività degli osservatori è ancora fragile: «Servono risorse amministrative stabili e una task force che ci aiuti nella gestione dei fondi e dei progetti». In sostanza, anche dove la rete funziona, manca il sostegno strutturale. Le scuole agiscono “a mano nuda”, dipendono dalla buona volontà dei dirigenti e dei pochi operatori disponibili. Il rischio, come ha fatto intendere Cottone, è che si continui a studiare la dispersione senza riuscire davvero a ridurla.
Focus Alcamo: filiera tecnologica e liceo musicale
Non solo Trapani città: anche ad Alcamo scuole e dirigenti alzano la voce. La professoressa Vincenza Mione, dirigente del Liceo Statale “Vito Fazio Allmayer” e dell’ITET “G. Caruso” di Alcamo, ha richiamato l’importanza della filiera tecnologica professionale 4+2 e della valorizzazione del liceo musicale. «Il tecnico di Alcamo rappresenta la filiera tecnologica in provincia di Trapani, è l’unica scuola che ha attivato il 4+2 nel settore dell’informatica e questa è una di quelle cose che dobbiamo cominciare a considerare come leva strategica», ha dichiarato. Per la dirigente Mione «se non c’è un sistema di valutazione di quello che stiamo facendo, non sappiamo se veramente i nostri alunni acquisiscono le competenze che ci siamo prefissati». E ha aggiunto: «La scuola non è solo tecnologia. È anche arte. Il liceo musicale offre potenzialità: molti talenti vanno incentivati». Le richieste sono chiare: più risorse, più connettività tra scuola e mondo del lavoro, riconoscimento delle competenze e adeguamento strutturale. La scuola di Alcamo chiede che il progetto 4+2 e il liceo musicale non restino “buone pratiche”, ma diventino offerte strutturate, riconosciute e sostenute nelle infrastrutture e nel personale.
Formazione, la richiesta alla Regione: stabilità e continuità nei fondi
La dirigente Giulia Flavio, dell’I.C. “Pirandello-S. G. Bosco” di Campobello di Mazara, scuola polo per la formazione dell’ambito 28, ha chiesto alla Regione Siciliana di garantire continuità e stabilità nei finanziamenti per la formazione del personale scolastico, estendendoli anche ai segmenti non ancora coperti dal sistema integrato 0-6. «La formazione è la leva strategica per la crescita della scuola – ha detto – ma servono risorse certe e una programmazione pluriennale». Flavio ha evidenziato che l’attuale sistema, pur virtuoso, è fragile: corsi discontinui, mancanza di coordinamento e personale spesso non valorizzato. Ha proposto che la Regione consolidi le esperienze già realizzate, come la formazione residenziale e i laboratori esperienziali, che hanno coinvolto collaboratori scolastici, educatori e docenti dell’infanzia. La dirigente ha ricordato che la qualità formativa non si misura dal numero dei corsi ma dall’impatto reale sulla scuola: «Una scuola che forma è una scuola che sogna – ha concluso – ma servono fondi stabili perché il sogno diventi progetto e il progetto comunità».
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