La posizione giudiziaria del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, conosce un doppio movimento: da un lato si alleggerisce, dall’altro si complica. La Procura di Palermo ha infatti notificato un nuovo avviso di conclusione delle indagini, che aggiorna e amplia quello notificato a luglio. Se da un lato scompare la contestazione legata alla corruzione per l’organizzazione del Capodanno di Catania, dall’altro arrivano nuove accuse di truffa e falso, collegate all’utilizzo improprio dell’auto di servizio.
Le nuove accuse: truffa e falso
Secondo la ricostruzione dei pm Felice De Benedittis e Andrea Fusco, il presidente dell’Ars e il suo autista Roberto Marino avrebbero utilizzato l’auto blu per fini privati, «estranei alle funzioni istituzionali», tra gennaio e dicembre 2024. I due avrebbero inoltre falsificato date e orari di missioni, presentando rimborsi e spese non dovute. Nell’avviso sono elencati 24 episodi di presunte irregolarità, tra viaggi, rendicontazioni e documenti contraffatti.
Le nuove contestazioni si aggiungono a quella di peculato, già formulata nei mesi scorsi, aggravando dunque la posizione di Galvagno e del suo collaboratore.
Il filone “Un Magico Natale”
Resta invece in piedi l’indagine sulla manifestazione “Un Magico Natale”, che vede indagati Galvagno, Sabrina De Capitani e Marcella Cannariato, rappresentante delle fondazioni Dragotto e Bellissario. Secondo l’accusa, il presidente dell’Ars — anche in qualità di vertice della Fondazione Federico II — e la sua portavoce avrebbero ricevuto utilità e vantaggi indebiti da Cannariato, piegando la funzione pubblica a interessi privati.
Il quadro accusatorio, tuttavia, è stato in parte rimodulato rispetto all’estate: non compaiono più, neppure come soggetti coinvolti marginalmente, Marianna Amato e Alessandro Sottile, manager della società Alquadrato Communication, inizialmente indicata come intermediaria nella gestione dei fondi regionali.
Il Capodanno di Catania “stralciato”
È invece scomparsa dal nuovo provvedimento la parte relativa alla presunta corruzione per l’organizzazione del Capodanno di Catania, che aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’impresario Nuccio La Ferlita e del segretario di Galvagno, Giuseppe Cinquemani. Il filone è stato stralciato, ma non ancora archiviato: la Procura, infatti, potrebbe decidere di presentare una richiesta formale di archiviazione nelle prossime settimane.
La difesa: “Agiremo per dimostrare la correttezza”
«Questo nuovo atto sostituisce il precedente e contiene alcune modifiche parziali», spiega il professor Vittorio Manes, del foro di Bologna, che difende Galvagno insieme agli avvocati Ninni Reina e Antonia Lo Presti.
«Le contestazioni riguardano condotte del collaboratore, ma la Procura ritiene che il presidente avrebbe dovuto vigilare. Siamo pronti a fornire tutta la documentazione necessaria per dimostrare la correttezza dell’operato di Galvagno», aggiunge il legale.
Sul fronte dell’accusa legata al Capodanno, Manes conferma che «l’assenza del relativo capo d’imputazione è oggetto di approfondimento».
In sintesi, per il presidente dell’Ars si chiude una parte dell’inchiesta ma se ne apre un’altra, in un quadro giudiziario ancora in evoluzione che continua a tenere alta l’attenzione politica e mediatica attorno alla seconda carica istituzionale della Regione.