La prima sezione della Corte di Cassazione ha giudicato “inammissibile” il ricorso del 36enne mazarese Francesco Cucchiara avverso l’ordinanza del Tribunale di Palermo che, in funzione di giudice del riesame, lo scorso 11 marzo ha respinto la richiesta di riesame avanzata per l’ordinanza con cui il 25 febbraio il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Marsala aveva applicato nei suoi confronti la misura cautelare della custodia cautelare in carcere in quanto gravemente indiziato dei delitti di concorso in ricettazione, porto e detenzione illecita di armi da sparo e clandestine, nonché munizioni. Fatti commessi in Mazara del Vallo il 30 gennaio ed il 13 febbraio 2025.
Nel dettaglio, “l'imputazione provvisoria oggetto di contestazione – scrivono i giudizi della Cassazione - a carico dell'indagato riguardava i reati sopra indicati per avere, in concorso con Davide Randazzo, illecitamente detenuto, due pistole (di cui una con matricola abrasa) ed il relativo munizionamento, provenienti da delitto, da loro trasportati ed occultati in un luogo isolato di aperta campagna (via Secolonovo in Mazara del Vallo)”. E il Tribunale di Palermo “ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza circa il fatto che le pistole e le munizioni oggetto della imputazione provvisoria si trovassero nella sua disponibilità (unitamente al Randazzo), tenuto conto di quanto risultante dalle attività investigative svolte dalla Polizia di Stato (nello specifico, dalla Squadra mobile della Questura di Trapani e dal Commissariato di Mazara del Vallo)”.
La Suprema Corte parla poi di “una spiccata attitudine criminale confermata anche dai precedenti penali (anche specifici) risultanti a carico del Cucchiara, considerato soggetto inserito in ambienti criminali dediti alla commissione di reati con l'utilizzo di armi”. A difendere Francesco Cucchiara è stato l’avvocato Antonio Maria Quaranta, secondo il quale, si sottolinea nella sentenza della Cassazione, “l'ipotesi accusatoria non ha trovato alcun riscontro nelle indagini svolte poiché gli indizi raccolti possono, al più, consentire di identificare i due indagati come i soggetti visti nei pressi del luogo ove sono state rinvenute le armi, ma non già la loro disponibilità delle medesime”. Ma per gli ermellini il ricorso è “manifestamente infondato”. Gli investigatori, infatti, avevano installato sull'auto in uso a Francesco Cucchiara un Gps satellitare che ha consentito di identificare, in particolare, “una località in aperta campagna dove gli si era recato ed aveva sostato per un periodo di tempo apprezzabile (via Secolonovo)”. Per questo, la polizia vi aveva installato delle telecamere, che “avevano consentito di riconoscere i due indagati recarsi più volte presso gli arbusti esistenti sul posto nelle vicinanze di una stradina di campagna come per controllare la presenza di qualcosa”. Il 13 febbraio 2025 il Cucchiara si era recato in automobile sul luogo indicato ed aveva trasportato qualcosa di voluminoso e di forma squadrata (da lui tenuto sotto il giubbotto), sostando presso gli arbusti per poi fare ritorno al veicolo senza l'oggetto di cui sopra. Nella stessa giornata i poliziotti si erano recati sul posto e vi avevano rinvenuto, nascosta sotto una lastra di cemento, una valigetta avvolta in plastica e nastro adesivo, contenente due pistole, una Beretta ed una Browning con matricola abrasa, e varie munizioni che venivano sequestrate. Successivamente, dalle immagini riprese dalle telecamere installate dalla polizia, era stato possibile vedere i due indagati che tornati sul posto a bordo di moto da cross, si erano accorti dell’assenza delle armi e delle munizioni e dopo averle inutilmente cercate si erano poi allontanati. Il riconoscimento del Cucchiara anche quando era a bordo della moto, con addosso una tuta, era stato possibile per mezzo delle foto pubblicate sul profilo Facebook del fratello, nelle quali l’indagato era immortalato mentre indossava una tuta bianca da motociclista identica a quella del soggetto ripreso dalle telecamere installate dagli investigatori sul luogo dove sono state rinvenute le armi.