La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità alla delibera CIPESS n. 41/2025 sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, un intervento da 13,5 miliardi di euro che, secondo i magistrati contabili, presenta gravi criticità economiche, procedurali e ambientali. Una decisione che conferma i rilievi presentati dalle principali associazioni ambientaliste – Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu e WWF – che avevano depositato alla Corte due memorie dettagliate sulle irregolarità del progetto.
“Il Ponte non sta in piedi sotto nessun profilo: ambientale, economico e procedurale. La Corte ha certificato tutte le anomalie di un progetto insostenibile, tutelando le tasse dei cittadini”, dichiarano congiuntamente le quattro associazioni.
Secondo gli ambientalisti, la magistratura contabile ha messo in luce “coperture economiche incerte, stime di traffico poco affidabili e violazioni delle norme europee in materia ambientale e di concorrenza”. Particolarmente criticata la decisione del Governo di definire il Ponte un’“opera militare” per aggirare i vincoli ambientali e l’assenza di un bando di gara internazionale.
Le associazioni parlano anche di un “mostro giuridico” con elementi di incostituzionalità, frutto delle forzature legislative e dei continui voti di fiducia che hanno accompagnato l’iter del progetto.
Tra i punti contestati figurano inoltre la mancanza del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, quello dell’Autorità dei Trasporti sul piano tariffario e studi sismici ritenuti indispensabili. Molte delle osservazioni delle associazioni sono già oggetto di due ricorsi amministrativi e tre reclami alla Commissione Europea tuttora pendenti.
“Le reazioni scomposte del Governo contro la magistratura contabile sono un’anomalia costituzionale senza precedenti – aggiungono le organizzazioni –. È grave che l’esecutivo attacchi chi, per Costituzione, ha il compito di vigilare sulla correttezza della spesa pubblica.” Le quattro sigle ribadiscono che il Ponte rappresenta uno spreco di risorse che potrebbero essere impiegate per le reali esigenze del Sud: “Se il Governo dovesse procedere comunque, ignorando la bocciatura, saremmo pronti a portare la questione davanti alla Corte di Giustizia Europea per violazione delle norme comunitarie su ambiente, concorrenza e gestione delle risorse pubbliche”.