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04/11/2025 06:00:00

Trapani, la scritta “764” sulla Porta sul Mare: tra setta, simboli e provocazioni

C’è chi parla di bravata, chi di messaggio codificato. Ma quella scritta comparsa tra sabato notte e domenica mattina sulla Porta sul Mare di Trapani, lungo le Mura di Tramontana, sotto il Bastione Conca, non passa inosservata. In vernice scura, su un muro appena restaurato, compaiono tre segni: il numero “764”, una stella rovesciata a cinque punte e la frase “Fuck your morals”, traducibile come “Al diavolo i vostri principi”. Nessuna firma, ma un gesto compiuto in uno dei luoghi più suggestivi e fotografati della città, affacciato sul mare e frequentato ogni giorno da turisti e residenti.

L’episodio è avvenuto nel weekend più simbolico dell’anno: Halloween, Ognissanti e la Festa dei Morti. Giorni in cui, nel centro storico, si intrecciano turismo, memoria e riti collettivi. E a poche ore di distanza dall’inaugurazione in piazza Vittorio Veneto dell’opera “Flowers 132 (Rinascita)” di Massimiliano Errera, che celebra la vita e la rinascita dopo la distruzione. Il contrasto tra l’opera e il vandalismo ha generato indignazione diffusa. Lo stesso giudice Carlo Palermo, collegato alla cerimonia, si è detto amareggiato per il gesto, definendolo “una ferita alla città e al rispetto della memoria”.

Il numero 764 richiama una sigla già nota alle cronache internazionali. Secondo un’inchiesta pubblicata nel marzo 2025 da Lorenzo Stasi, “764” identifica una rete online nata su Discord e Telegram, frequentata da giovanissimi radicalizzati in ambienti dell’estrema destra americana. Il gruppo, conosciuto anche come No Lives Matter (“nessuna vita ha importanza”), mescola nichilismo, culto della morte e riferimenti all’Ordine dei Nove Angoli, setta esoterica neonazista che predica la distruzione della civiltà e la supremazia del male. L’FBI considera la rete una minaccia terroristica di primo livello.

La stella rovesciata disegnata accanto al numero rimanda al simbolo del Baphomet, il caprone satanico. Un emblema ricorrente in movimenti esoterici legati al neonazismo e all’occultismo, dove la stella invertita e la svastica condividono la stessa logica di inversione: negare la luce, ribaltare i valori, glorificare la distruzione. Per questo, molti cittadini hanno letto nella scritta un richiamo simbolico alla svastica, e non un semplice atto di ribellione.

La frase “Fuck your morals” ha una storia più complessa. Divenne nota nel 2013, quando le Femen la usarono durante la protesta Topless Jihad contro il fondamentalismo islamico. Ma nel tempo lo slogan ha cambiato significato, assumendo nei circuiti radicali un tono violento e nichilista, come invito a distruggere ogni principio etico o umano. Nella sua forma attuale, è una dichiarazione di sfida e rifiuto totale delle regole, adottata tanto da sottoculture “dark” quanto da gruppi estremisti.

Eppure, secondo chi conosce il territorio, la scritta trapanese non ha legami reali con movimenti organizzati. È con ogni probabilità una bravata isolata, nata da ignoranza o imitazione, forse da parte di giovani o ventenni influenzati da contenuti online o dal clima goliardico di Halloween. I veri aderenti di “764” agiscono infatti nel web, in modo anonimo, e non lasciano graffiti in spazi pubblici.

Il gesto appare come un atto confuso e incoerente, un miscuglio di simboli copiati da internet e usati senza comprenderne il significato. La tempistica — la notte tra il 31 ottobre e il 2 novembre — rafforza l’ipotesi della bravata, forse legata a una serata tra ragazzi che frequentano la zona delle Mura dopo il tramonto.

Le forze dell’ordine hanno avviato accertamenti per individuare i responsabili e capire se la scritta sia stata tracciata da una sola persona o da più autori. Intanto, alcuni residenti e associazioni stanno predisponendo una petizione e un’interrogazione comunale per chiedere la rimozione immediata del graffito, considerato un insulto alla città e al suo patrimonio artistico.

Quella sulla Porta sul Mare, quindi, appare come una provocazione priva di radici ideologiche, non un messaggio politico o religioso. Un episodio isolato, simbolicamente sporco ma culturalmente vuoto. Da cancellare in fretta, prima che la superficialità di pochi diventi il segno del disincanto di un’intera generazione.