Udienza dai contenuti decisamente inusuali al Tribunale di Marsala, dove si celebra – con rito abbreviato – un processo a carico di un 40enne marsalese, accusato di lesioni personali ai danni dell’ex moglie.
L’udienza, tenuta a porte chiuse davanti al giudice Matteo Giacalone, ha assunto toni “a luci rosse” per i contenuti emersi durante la discussione.
La vicenda trae origine dalla denuncia presentata nel 2023 dalla donna, che aveva accusato l’ex marito di revenge porn e di maltrattamenti. Ma dagli accertamenti disposti dalla Procura di Marsala sui dispositivi informatici di entrambi – telefoni e computer – sarebbe emerso un quadro molto diverso da quello iniziale.
Secondo quanto riferito in aula dall’avvocato difensore Vincenzo Forti, non risulterebbe che l’imputato abbia mai diffuso video intimi della coppia. Al contrario, sarebbe stata la stessa donna a inviarli volontariamente all’ex coniuge.
Inoltre, dalle chat acquisite agli atti, emergerebbero anche scambi di messaggi e link a annunci di escort e gigolò, che sarebbe stata la donna a inoltrare al marito proponendo rapporti di gruppo o incontri a pagamento.
Anche sull’accusa di lesioni, il materiale informatico sembrerebbe raccontare una realtà diversa: la donna, in alcuni messaggi WhatsApp, avrebbe chiesto all’uomo di “inscenare” schiaffi o simulazioni di strangolamento durante i rapporti sessuali. In altri casi, sarebbe stata lei ad aggredire fisicamente il marito nel corso di discussioni.
Dalle stesse conversazioni sarebbero poi emersi riferimenti a rapporti intimi – anche a pagamento – con alcuni esponenti politici del Trapanese, circostanza che dovrà essere ulteriormente verificata.
Un’udienza, dunque, dai contorni complessi e dal contenuto certamente delicato, in un procedimento che mescola elementi giudiziari, psicologici e morali. Il giudice ha rinviato il processo alla prossima data utile per la discussione, quando si terranno la requisitoria del pubblico ministero e l’arringa del difensore.