Sei mesi di scontro, sei mesi di preoccupazioni, sei mesi di incontri e liti. La vicenda della validità della convenzione fra la Trapani Shark e il Comune di Trapani, dopo sei mesi, è arrivata ad un punto di svolta con l’amministrazione che avvia la revoca. I motivi del contendere inizialmente erano legati alla trasformazione della ragione sociale della società, da Ssd a Srl.
Adesso si aggiunge anche la rendicontazione delle fatture dei lavori eseguiti al Palasport che, per il Comune, non risultano tutte quietanzate.
L’amministrazione ha concesso 30 giorni di tempo per far presentare alla Shark le controdeduzioni, ma la risposta di Valerio Antonini è di tutt’altro tipo: prima annuncia di voler portare via la squadra da Trapani, poi passa ai documenti, con una richiesta formale di rimborso per oltre un milione di euro.
La nota arrivata a Palazzo D’Alì è dura: la società parla di “prima fattura di rimborso, già rendicontata nel marzo e aprile 2025”, e intima al Comune di saldare entro sette giorni. In caso contrario, avverte Antonini, partiranno “decreto ingiuntivo e sequestro preventivo degli asset comunali, compreso il Palashark, dove si trovano beni di proprietà della società”. Parole pesanti che accompagnano un messaggio politico altrettanto chiaro: la battaglia non è finita, anzi si sposta sul piano legale.
Durante la conferenza stampa, il sindaco Giacomo Tranchida ha ribadito che l’avvio del procedimento è “un atto dovuto di trasparenza e legalità”, spiegando che la concessione gratuita “può essere assegnata solo a società dilettantistiche senza scopo di lucro, come previsto dall’articolo 5 del decreto 38 del 2021”. Nessuna decisione punitiva, ha detto, ma il rispetto di una norma precisa. “Non è una mannaia ma un invito a rimediare. La legge prevede l’autotutela: si può riconoscere un errore, chiedere scusa e trovare una soluzione. Ma non si può aggirare la norma”.
Sullo sfondo resta la vicenda dell’ex aeroporto di Milo, dove nei mesi scorsi si era parlato di costruire una nuova Cittadella dello Sport. Questo è stato il primo argomento di rottura tra Antonini e Tranchida. Oggi il sindaco ha assicurato che “l’amministrazione ha avuto confronto con il Demanio e disponibilità di poter realizzare la Cittadella dello Sport a Milo”. Non è chiaro cosa sia avvenuto tra febbraio e marzo, quando si ipotizzava un riuso militare dell’area, ma adesso c’è il via libera per la concessione d’uso. Antonini, dieci giorni fa, ha presentato il progetto e manifestato l’interesse a realizzare l’opera: si attende solo il bando.
Intanto cresce il fronte di chi invita alla calma e chiede un’intesa. La segreteria del Pd di Trapani, con una nota firmata da Marzia Patti, invita a non trasformare lo scontro in una resa dei conti: “La società sportiva dispone ora di 30 giorni per presentare le proprie controdeduzioni. Il passaggio, seppur delicato, rappresenta un’opportunità per riaprire un dialogo costruttivo dal quale l’amministrazione non si è mai sottratta. Privare Trapani della sua amatissima squadra di basket significherebbe creare una ferita profonda. Confidiamo che prevalga il buon senso e che si scelga la strada della mediazione”.
Sulla stessa linea anche l’ex prefetto Valerio Valenti, trapanese e uomo di sport: “Resto convinto che una mediazione sia ancora possibile. Mi appello alla vostra responsabilità, non solo come amministratori ma come cittadini. Riflettete bene: questo scontro rischia di ferire la città e privarla di un motivo di orgogliosa appartenenza”.
I tifosi, intanto, non restano a guardare. Il gruppo Trapanesi Granata ha annunciato “uno stato di agitazione”, parlando di “giornata nera per lo sport trapanese” e accusando il Comune di “colpire l’intero movimento granata”.
Nel dibattito è intervenuto anche l’ex assessore allo sport Emanuele Barbara, che in conferenza è stato indicato come “la manina amica” di Antonini all’interno dell’amministrazione. Barbara ha chiesto “immediate scuse” al sindaco e ha annunciato di voler “scendere in campo, facendo un passo avanti e assumendo un impegno politico diretto”.
Critico anche il presidente della commissione Sport, Nicola Lamia, consigliere di Fratelli d’Italia: “La revoca del Palazzetto alla Trapani Shark non è solo un atto amministrativo, ma un segnale sbagliato. Significa indebolire un progetto che ha dato lustro a Trapani, portando entusiasmo e investimenti. Un’amministrazione lungimirante difende le eccellenze del proprio territorio, non le ostacola”.
Il Palasport non è solo un impianto sportivo, ma un simbolo di identità collettiva. E la maglia granata, ancora una volta, è diventata il cuore di una città divisa tra legge, orgoglio e passione. Tanto che a Napoli per la partita fra la Trapani Shark e i campani, i tifosi hanno portato uno striscione contestando la convenzione, bloccato dalle forze dell'ordine.