Si è aperto davanti al Tribunale di Trapani il processo a carico del 23enne trapanese arrestato un anno fa con l’accusa di avere sfregiato con un coltello il volto del titolare di un circolo ricreativo della città.
L’imputato — già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio — deve rispondere di tentato omicidio, lesioni personali gravissime, minaccia e porto abusivo di arma da taglio.
Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile di Trapani, nella tarda serata del 22 novembre 2024 il giovane si trovava all’interno di un circolo sportivo del capoluogo insieme ad altri avventori. Invitato dal proprietario del locale ad allontanarsi, poiché l’orario di chiusura era ormai scaduto, avrebbe reagito in modo violento, trasformando il diverbio in una brutale aggressione.
Prima le spinte, poi i pugni, infine il coltello. «T’ammazzo, non mi scanto, ora ti apro tutto», avrebbe gridato, secondo i testimoni, prima di colpire la vittima all’altezza del collo, provocandole uno sfregio profondo dall’angolo della bocca fino dietro la nuca.
Il gestore del locale, nel tentativo di difendersi, aveva impugnato una stecca da biliardo, ma non era riuscito a evitare il fendente. La ferita, giudicata guaribile in sette giorni, ha lasciato un danno estetico permanente.
Il giovane era stato rintracciato e arrestato poche ore dopo l’aggressione. Il Gip del Tribunale di Trapani ne aveva disposto i domiciliari, accogliendo la richiesta della Procura.
Nel corso dell’udienza preliminare, l’imputato — difeso dal suo legale di fiducia — si è dichiarato estraneo all’intento omicidiario, sostenendo che il gesto sarebbe stato “impulsivo” e non premeditato. La pubblica accusa, invece, ritiene che la violenza e la zona colpita confermino la volontà di uccidere.
Determinanti, per la ricostruzione dei fatti, le immagini del sistema di videosorveglianza del circolo, già acquisite agli atti.
Il processo proseguirà con la deposizione dei testimoni e l’audizione della parte offesa, che si è costituita parte civile.