Nel deserto dei veleni tra Comune e Shark, Antonini accende la "pipa della pace", il calumet. Dopo mesi di scontri, post social, minacce di tribunale e accuse incrociate, il presidente del Trapani calcio e Trapani basket, cambia improvvisamente tono. Apre al dialogo, dice di voler chiudere la partita e lo fa con parole che sorprendono anche chi lo sostiene da mesi: “Mi sono svenduto, attendo una risposta”.
Non è una resa, ma una strategia. Antonini lo dice chiaramente: si sente costretto a cedere sulla convenzione pur di trovare un accordo, pur di evitare che questa storia diventi – parole sue – “una pagina brutta della storia politica trapanese”.
Antonini si è detto pronto a chiudere la convenzione firmata nel 2023, consegnare le chiavi del PalaSport al Comune e accettare la fine del rapporto. In cambio, però, chiede che gli vengano rimborsate le somme che dice “di avere pagato, e non fatturato”.
Molti, nei corridoi del Comune, si chiedono se sia un all-in vero o solo l’ennesimo bluff.
Mentre l'amministrazione continua a dire che non basta dichiarare le puntate: ora servono le fiches vere, cioè tutti i pagamenti ... proprio quelli fatturati, quietanziati e tracciati tramite bonifico, che Antonini lascila intendere di non avere.
Entro lunedì sarà fissato il giorno in cui – sostiene Antonini – potrebbe consegnare tutto: “Aspetto di trovare una soluzione logica sulla base della proposta che abbiamo fatto: diamo al Comune la proprietà delle chiavi pagando quello che noi abbiamo pagato e quindi non fatturato”.
Antonini ribadisce la cifra: “oltre 2 milioni e 100 mila euro" E al sindaco dice "mi paghi la prossima settimana come Comune il rimborso di tutto e fai un nuovo bando. Per le bollette, quando mi restituisci i 15.000 euro dell’impianto antincendio facciamo subito la compensazione. Ci stai?”
Dietro questa apertura, però, restano tre problemi che dagli uffici del Comune vengono ripetuti come iun mantra.
Primo: l’investimento previsto dalla convenzione era inferiore a quanto Antonini oggi dichiara.
Secondo: tutti gli incassi, compresi sponsor, biglietterie ed eventi, sono entrati nelle casse della società.
Terzo: una volta dichiarata la decadenza della convenzione – perché la Trapani Shark è passata da SSD (no profit) a Srl (società di capitali) il 13 giugno 2024 – la legge non permette al Comune di riconoscere rimborsi diretti. La concessione decade, non si liquida.
Eppure Antonini insiste. Pubblicamente assicura che tutto si risolverà, come ha fatto anche per il Trapani Calcio dopo il deferimento per stipendi non documentati. “Ci sarà un nulla di fatto”, ha detto anche lì. Oggi il copione è lo stesso: mostra sicurezza assoluta, parla di somme già spese, chiede che vengano calcolate e restituite.
Ma il Comune, nei verbali dei tavoli tecnici, ha scritto altro: senza fatture quietanzate, senza bonifici bancari, senza collaudi e documenti tecnici, la spesa non esiste. E la legge sulla contabilità pubblica non consente di pagare somme non verificate.
Intanto, l’effetto sulla città è evidente. Lo ammette lo stesso Antonini: soltanto 210 biglietti venduti per il Trapani Calcio – “poi si lamentano dei deferimenti dal divano” – e 184 biglietti per il basket, più gli abbonati su oltre 2.000 posti. “Mi vergogno”, dice. È un dato politico: il consenso sta calando, una parte della tifoseria lo ha mollato.
Nonostante questo quadro, Antonini rilancia. Dice di non avere paura di lasciare, ma chiede che il Comune paghi prima. E lo scrive nella proposta ufficiale, all’interno della pec con oggetto “Proposta risoluzione controversia”. Poi elenca tutte le condizioni
– chiusura della convenzione 2023;
– consegna delle quietanze di pagamento;
– “fattura di rimborso totale dei lavori pagati”;
– pagamento da parte del Comune, anche in tre rate entro febbraio 2026;
– nuovo bando per la gestione del Palazzetto, con la possibilità per Trapani Shark di partecipare.
In sintesi, quali sono le condizioni dettate da Antonini?
Il Comune deve accettare la chiusura della convenzione.Deve ricevere le quietanze di spesa.Deve rimborsare quanto – dice lui – “pagato e non fatturato”, oltre 2,1 milioni.Deve indire un nuovo bando, lasciando la gestione temporanea alla Trapani Shark fino a giugno.Deve chiudere subito accettando la transazione.Ma al momento, nessun documento protocollato dal Comune dice che basterà consegnare le quietanze per avere un rimborso. Gli atti ufficiali parlano di un’altra cosa: prima le carte, poi la verifica, e solo dopo si discute di eventuali compensazioni, non di soldi pubblici da restituire.