Un nuovo capitolo si aggiunge alla lunga saga giudiziaria che scuote la sanità siciliana. La Procura di Palermo ha chiesto 15 misure cautelari — tra arresti, domiciliari e interdizioni — nell’ambito di una vasta indagine che ricostruisce un presunto sistema di tangenti, appalti pilotati e relazioni corruttive tra pubblici funzionari e imprese private del settore sanitario.
Al centro dell’inchiesta, ancora una volta, c’è Antonino Maria Sciacchitano, 65 anni, commercialista originario di Corleone, già ai domiciliari per l’operazione Sorella Sanità, esplosa lo scorso giugno. Secondo i magistrati, Sciacchitano avrebbe continuato ad agire come snodo occulto di mediazioni e favori, mantenendo una fitta rete di contatti tra dirigenti pubblici e imprenditori sanitari.
Il nuovo filone: tangenti e favori negli appalti pubblici
Gli inquirenti parlano di un sistema strutturato e radicato che avrebbe permesso di orientare forniture ospedaliere e appalti di manutenzione attraverso mazzette, regalie e promesse di incarichi.
Tra gli indagati figurano manager, imprenditori e dirigenti sanitari di Palermo e Torino, come Vincenzo Criscuolo, ex responsabile della Sys Biosana, Giuseppe Valentino, collaboratore della stessa azienda, e diversi rappresentanti delle società fornitrici.
Sciacchitano, spiegano gli inquirenti, avrebbe avuto il ruolo di intermediario privilegiato, capace di garantire “accessi diretti” a funzionari e manager pubblici. Una delle tangenti documentate ammonterebbe a 10 mila euro, altre a 25 mila, come anticipo per un appalto da 74 milioni di euro relativo alla sterilizzazione del materiale chirurgico dell’Arnas Civico di Palermo.
Il “metodo Sciacchitano”
Dalle carte emerge un sistema di relazioni e scambi capace di condizionare gare e nomine ai vertici delle aziende sanitarie: Villa Sofia-Cervello, Asp di Palermo, Arnas Civico e altre strutture pubbliche.
L’indagine, coordinata dai pm Sergio Demontis e Gianluca De Leo, ha documentato una rete di mediatori e imprenditori che — in cambio di denaro, favori o incarichi — garantivano l’assegnazione di appalti e la gestione di contratti milionari.
In alcuni casi, Sciacchitano avrebbe percepito mazzette preventive, versate prima dell’aggiudicazione degli appalti come forma di “assicurazione politica”. In cambio prometteva di “oliare i contatti giusti”, o di allontanare concorrenti sgraditi.
Un sistema che tocca anche la politica
La trama corruttiva si intreccia con nomi già emersi nei precedenti scandali sanitari.
Tra le carte, infatti, compaiono riferimenti a Saverio Romano e Totò Cuffaro, segretario regionale della Democrazia Cristiana, già indagati nel filone principale di Sorella Sanità. Secondo i magistrati, la rete di mediazioni avrebbe continuato a operare anche dopo gli arresti di giugno, “in modo più accorto, ma con le stesse logiche e gli stessi protagonisti”.
Il giro d’affari complessivo oggetto d’indagine supera i 100 milioni di euro, tra forniture ospedaliere e servizi di gestione. Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio.
La lunga scia di scandali nella sanità siciliana
Questa nuova indagine si inserisce in una storia giudiziaria lunga e complessa che attraversa vent’anni di rapporti opachi tra politica, burocrazia e sanità pubblica.
Dai tempi del “sistema Cuffaro”, che negli anni Duemila fece emergere la commistione tra affari e gestione sanitaria, alle recenti inchieste Sorella Sanità e Sanitopoli siciliana, la sanità dell’isola continua a rivelarsi uno snodo di potere economico e clientelare.
Un settore in cui ogni nomina e ogni gara possono spostare milioni di euro, generando — come scrivono i pm — “un terreno fertile per relazioni opache e per l’inquinamento sistematico dell’azione amministrativa”.
Con questo nuovo filone, la magistratura palermitana punta a ricostruire l’intera rete di mediazioni e complicità che ha condizionato la gestione del sistema sanitario regionale: un mosaico di appalti, tangenti e favori che racconta, ancora una volta, quanto profonda e resistente sia la saldatura tra potere e affari in Sicilia.