Cuffaro, Amata, Sammartino, Galvagno e...: le cinque inchieste che scuotono la Regione
La Regione Siciliana è attraversata da una delle crisi giudiziarie e politiche più gravi degli ultimi anni. Sono cinque le indagini che coinvolgono figure di vertice politico /istituzionale: ex presidenti, assessori, il presidente del Parlamento regionale, imprenditori legati a fondazioni culturali, dirigenti sanitari. Il denominatore comune: appalti, fondi pubblici, nomine — e l’accusa di un “sistema” di corruzione che travalica partiti e giunte.
Per la Sicilia la posta in gioco è altissima: credibilità delle istituzioni, efficacia della sanità, gestione del turismo e dei fondi pubblici. E per il governo regionale, guidato da Renato Schifani, la tenuta politica non è affatto semplice. Ecco le cinque inchieste che fanno tremare Palazzo d’Orléans.
Sono diciotto gli indagati complessivi, tra cui, oltre a Cuffaro anche Saverio Romano (Noi Moderati). Misure cautelari ai domiciliari sono state disposte per Cuffaro, Roberto Colletti e Antonio Iacono; obbligo di firma per Vito Raso, Marco Dammone e Mauro Marchese.
Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe condizionato due fronti principali: il concorso per la stabilizzazione di 15 operatori socio-sanitari all’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo e un maxi appalto dell’Asp di Siracusa a favore della società Dussmann.
Il primo episodio riguarda un concorso che sarebbe stato pilotato, con tracce delle prove consegnate in anticipo ai candidati “segnalati”. A rendere possibile il meccanismo, sempre secondo la Procura, sarebbe stato il ruolo di Colletti – all’epoca direttore generale dell’azienda ospedaliera – e di Iacono, presidente della commissione. Le intercettazioni documentano incontri, liste di nomi e una busta bianca consegnata all’ultimo momento: elementi che, per il gip, confermano la presenza di un sistema corruttivo mirato a favorire persone vicine alla corrente cuffariana.
Il secondo filone riguarda l’appalto per i servizi di ausiliarato all’Asp di Siracusa, dove un funzionario ritenuto vicino a Cuffaro avrebbe orientato la gara verso la Dussmann in cambio di impegni occupazionali e subappalti. Tra gli indagati anche l’ex commissario dell’Asp, Alessandro Caltagirone, per il quale non sono state applicate misure cautelari.
Il quadro delineato dalla Procura è quello di una rete in grado di influire su procedure pubbliche strategiche, ricomponendo – secondo gli investigatori – un sistema decisionale parallelo che, ancora una volta, gravitava attorno alla figura dell’ex governatore.
Antonino Maria Schiacchitano - Il regista occulto degli appalti sanitari
Al centro di un’altra inchiesta parallela, che però si lega al primo filone, c’è Antonio Maria Sciacchitano, commercialista ed ex “super-consulente” della Regione per la sanità. Arrestato a giugno e sospeso dall’incarico nell’Organismo di valutazione della Regione. E' accusato di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
Secondo la Procura, avrebbe guidato una rete occulta di potere — dirigenti, burocrati, imprenditori — capace di condizionare le gare per forniture ospedaliere, dispositivi medici, servizi di manutenzione. Tra le gare sotto la lente quella per apparecchiature elettromedicali dell’Asp di Trapani (oltre 14 milioni di euro) e la sterilizzazione del materiale chirurgico per un grande ospedale palermitano.
Elvira Amata e Marcella Cannariato - Fondi turistici, assunzioni e un patto di corruzione
Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza e della Procura, dietro un investimento pubblico per eventi — come la manifestazione “Donna, Economia e Potere” — ci sarebbe stato un “do ut des”: in cambio dei 30 mila euro di finanziamento, la Cannariato avrebbe ottenuto l’assunzione del nipote di Amata e un incarico di consulenza per il suo capo di gabinetto. Il 7 luglio scorso è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari: primo passo verso il rinvio a giudizio.
Gaetano Galvagno - il presidente dell'Ars indagato per corruzione e peculato
Secondo gli inquirenti, la sua rete — che comprenderebbe collaboratori, portavoce, organizzatori di eventi — avrebbe beneficiato di finanziamenti pubblici, ottenendo incarichi, consulenze e assunzioni in cambio di favori e sostegno politico.
Questo scandalo riguarda da vicino anche il “potere delle fondazioni culturali, eventi e contributi regionali” — leve su cui molti comuni, città e imprenditori siciliani puntano per ottenere visibilità e risorse.
L'inchiesta "Pandora" che coinvolge Luca Sammartino
La vicenda giudiziaria che vede coinvolto l'assessore e vice presidente della Regione Luca Sammartino esplode con l’operazione “Pandora”, l’inchiesta della Procura di Catania aveva portato a 11 misure cautelari per reati che vanno dallo scambio elettorale politico-mafioso alla corruzione aggravata. Tra gli indagati anche Sammartino, sospeso per un anno dai pubblici uffici con l’accusa di aver utilizzato personale dell’Arma per verifiche tecniche nei suoi uffici e per ottenere informazioni riservate, oltre a presunte pressioni su scelte amministrative a Tremestieri Etneo legate alle Europee del 2019. Dopo aver rimesso l’incarico e aver respinto le accuse definendosi estraneo ai fatti, la sua vicenda ha scatenato dure reazioni politiche e aperto una fase di tensione nella giunta regionale. Concluso il periodo di interdizione, Sammartino è rientrato nell’esecutivo ed è oggi nuovamente assessore regionale all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Siciliana.
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