Schifani fa fuori gli assessori della DC. “Trasparenza e rigore”. Ma la maggioranza trema
Articoli Correlati:
Renato Schifani fa fuori dalla giunta gli assessori regionali della DC, Andrea Messina (Enti Locali) e Nuccia Albano (Famiglia), che restano però deputati regionali in carica.
Sgretola così un’altra colonna di consenso del partito. Sarà adesso davvero complicato affrontare non solo la ricomposizione della giunta ma anche la manovra finanziaria.
Chi ha frequentato l’assessorato alla Famiglia, anche solo per chiedere informazioni, non poteva non notare l’andirivieni: il leader della DC, Totò Cuffaro, era lì, quasi sempre presente. E c’è un solo motivo per cui la sua presenza era così forte, dicono gli inquirenti: monitorare bandi e concorsi, assunzioni, operazioni tutte volte a far crescere il consenso nei territori.
In quell’assessorato fu piazzato il braccio destro di Cuffaro, Vito Raso.
Schifani, lo dicono in molti a Palermo, ha utilizzato due pesi e due misure: via la DC, ma ha tenuto dentro l’assessora Elvira Amata di Fratelli d’Italia, indagata per corruzione.
L’ennesimo caso
Ieri mattina il deputato di Controcorrente Ismaele La Vardera aveva sollevato un’altra questione che attiene proprio alla morale e alla sfera sociale.
Il fatto è questo: l’assessora Albano voleva bloccare il murales per Giovanni Falcone, proposto dallo stesso La Vardera.
Scrive sui social il deputato:
“Non potevo credere ai miei occhi quando, nell’informativa dei Ros, è spuntato il mio cognome per una storia a mio avviso gravissima. Nel 2023 fui promotore di un’iniziativa, secondo me importante, cioè quella di realizzare dei murales delle vittime di mafia nella villa confiscata a Gaetano Lunetto.
In quella villa, di proprietà del Comune di Borgetto, latitò Brusca e si pensa che sia stato trattenuto anche il piccolo Di Matteo. Mi impegnai per promuovere fortemente la realizzazione di quel murales per il semplice fatto che i beni confiscati sono spesso abbandonati, e vedere una villa simbolo della potenza mafiosa rivivere con le immagini di chi era stato ucciso dalla mafia era un riscatto sociale.
Ricordo però che dovetti faticare, e non poco, affinché la Regione portasse a termine questo progetto. Oggi capisco tutto: l’assessora Nuccia Albano, figlia del capomafia di Borgetto, semplicemente non voleva”.
Fuori la DC dalla giunta, le parole di Schifani
Il presidente della Regione Siciliana, a seguito della decisione assunta, ha dichiarato:
“Alla luce del quadro delle indagini che sta emergendo, riguardanti l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ritengo doveroso riaffermare la necessità che il governo regionale operi nel segno della massima trasparenza, del rigore e della correttezza istituzionale, principi che rappresentano il fondamento stesso della buona amministrazione.
In questa prospettiva, e fino a quando il quadro giudiziario non sarà pienamente chiarito, ritengo non sussistano le condizioni affinché gli assessori regionali espressione della Nuova Democrazia Cristiana possano continuare a svolgere il proprio incarico all’interno della giunta regionale”.
Tutela per l’istituzione e senso di responsabilità, dice il governatore:
“Questi valori costituiscono il cardine etico e politico su cui si regge il fondamento della mia azione politica, per rappresentare l’interesse collettivo con autorevolezza e trasparenza”.
Le funzioni degli assessorati alla Famiglia e alla Funzione pubblica sono state assunte ad interim direttamente dal presidente Schifani.
I deputati DC rispondono
I sei deputati della DC all’Ars non ci stanno a subire questo trattamento:
“Pur comprendendo le difficoltà politiche del presidente della Regione nella delicatezza del momento attuale, il rammarico aumenta nel constatare che la linea di trattamento riservata al gruppo della DC non sia pienamente coerente, poiché si ritiene questo trattamento inedito rispetto a situazioni politiche pregresse.
Una decisione che, alla luce di quanto dimostrato fino ad oggi, si ritiene di non meritare”.
Nella nota Ignazio Abbate, Nunzia Albano, Serafina Marchetta, Andrea Messina, Carmelo Pace e Carlo Auteri non si tirano indietro nell’appoggiare il governo Schifani, ma mostrano “profondo dispiacere per la decisione subita”.
Il gruppo, si legge, “intende ribadire la propria posizione: siamo ancora disponibili a portare avanti l’atto di fiducia che abbiamo sottoscritto all’inizio del mandato. Abbiamo condiviso il programma e le aspirazioni del governo nel 2022 e continueremo a non venire meno al nostro impegno, lavorando per il bene della nostra Sicilia e portando avanti le istanze proposte dal governo, sempre e solo nell’interesse superiore della comunità siciliana”.
Inaccettabile però, aggiungono, il trattamento riservato:
“Il gruppo desidera sottolineare come i due assessori, espressione diretta della DC, abbiano sempre fornito tangibile dimostrazione di efficienza, trasparenza amministrativa e onestà nello svolgimento della loro attività, e non abbiano mai fatto mancare il loro sostegno all’attività del governo e del presidente della Regione.
Il gruppo – continua la nota – con forza e convinzione rivendica che, sin dal primo giorno del mandato, l’atteggiamento nei confronti del presidente della Regione è sempre stato improntato a grande lealtà e vicinanza, dimostrata giornalmente attraverso la presenza costante e leale in Aula e in giunta su ogni provvedimento.
Il gruppo è stato, in questo, sempre il primo rispetto a tutti gli altri schieramenti”.
Le reazioni
Per Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione e attuale componente della maggioranza regionale:
“L’idea dell’azzeramento della giunta può essere stata mal interpretata. Non si tratta di licenziare o sostituire gli assessori – credo, ad esempio, che i vertici di Mpa ripongano massima fiducia in Francesco Colianni – ancor meno di penalizzare uno o più partiti, ma di prendere in mano il bandolo della matassa da parte del presidente che, in un momento difficile, ricompone liberamente un quadro di uomini e donne – in giunta e nei vertici della burocrazia – idoneo a fronteggiare le sfide del momento. Valutando con i partiti della maggioranza, tutti, e, se ritiene, anche con le realtà sociali più significative esterne al perimetro della politica, le migliori soluzioni”.
In una nota congiunta i deputati di PD, M5S, Avs e Controcorrente dichiarano:
“Non può bastare un’operazione di maquillage se il sistema di potere resta identico.
Rimuovere dirigenti e assessori che si sono rivelati politicamente poco più che prestanome è l’ennesimo tentativo di Schifani di non assumersi mai fino in fondo le proprie responsabilità. È lui il capo del governo regionale che ha proceduto a una vergognosa spartizione dei manager della sanità. È sotto i suoi occhi che gli assessorati si sono trasformati in centrali per favoritismi indecenti e i concorsi sono stati decisi a tavolino.
Per questo deve andare a casa e liberare la Sicilia dalla cappa di inchieste, scandali e ruberie in cui la sua giunta l’ha fatta precipitare. È la sola possibilità per salvare questa Regione e darle un futuro.
Per questo, ancora con più convinzione, saremo in piazza domani alle 15 sotto la presidenza della Regione, in piazza Indipendenza a Palermo, per chiedere a gran voce che Schifani e il suo governo vadano a casa subito”.
Vini, territorio e identità: Cantina Birgi tra presente e futuro
Il 2025 si conferma un anno cruciale per Cantina Birgi, segnato da nuove collaborazioni strategiche e da riconoscimenti che ne rafforzano il ruolo nel panorama vitivinicolo siciliano. Tra i progetti più rilevanti spicca la...
Il governo Schifani supera la sfiducia, ma ora rischia sulla Finanziaria
Scampato il pericolo della mozione di sfiducia, adesso il governo regionale dovrà affrontare la questione Finanziaria. Intanto, però, gli arresti domiciliari di Totò Cuffaro e il rinvio a giudizio di Gaetano Galvagno, accaduti...
Marsala, al Voga i menù delle feste tra asporto e tavola
Il Natale si avvicina e con lui la consueta domanda: cucinare o farsi aiutare? Voga, caffetteria e pasticceria di piazza Piemonte e Lombardo a Marsala, ha preparato quattro menù che coprono le principali date del...
Sfiducia respinta: Schifani regge il colpo, ma il governo è a un bivio
La sfiducia non è passata: sono stati 41 i no, che confermano quindi la fiducia al governo regionale presieduto da Renato Schifani. I sì sono stati 26: ai 23 dei firmatari e proponenti dell’atto...
Come funziona la personalizzazione delle magliette online
La personalizzazione delle magliette online rappresenta uno dei cambiamenti più significativi nel settore della stampa tessile contemporanea.La possibilità di progettare un capo su misura attraverso strumenti...
Sezioni
