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12/11/2025 18:00:00

Turismo in calo in Sicilia. Cusumano: "Puntare su enograstronomia e lotta alla siccità"

La Sicilia registra un calo di presenze turistiche nel primo semestre del 2025. A certificarlo è la Banca d’Italia, che nel suo aggiornamento congiunturale sull’economia regionale fotografa una flessione del 4% nei pernottamenti, dopo la crescita del 5,5% registrata nel 2024.

 

Il calo è dovuto principalmente al turismo nazionale, mentre quello estero è rimasto stabile. Crescono invece le presenze nelle strutture extra-alberghiere, in controtendenza con gli alberghi. Le province più colpite sono Trapani e Ragusa, mentre Palermo e Siracusa segnano un leggero incremento.

 

Tra i primi a commentare i dati è Diego Cusumano, imprenditore e vignaiolo, fondatore insieme al fratello Alberto della nota etichetta di vini siciliana.
 

“Leggo con attenzione ma senza sorpresa i dati di Bankitalia – afferma Cusumano –. È vero che si tratta di un periodo che non beneficia dell’incoming estivo, ma è anche vero che la Sicilia, più di ogni altra regione d’Italia, deve guardare alla destagionalizzazione. Questo calo è quindi un campanello d’allarme”.

Per Cusumano, la chiave è puntare su un turismo di qualità che valorizzi il territorio e le sue eccellenze.
 

“Abbiamo potenzialità, clima, paesaggi e risorse naturali e storico-artistiche straordinarie. Ma non le stiamo valorizzando. Il turismo enogastronomico è il propellente che può farci fare un salto in avanti enorme”, spiega l’imprenditore in un’intervista all’Adnkronos.

 

I dati dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico (AITE) confermano il trend: il 70% degli italiani ha scelto negli ultimi tre anni almeno una vacanza alla scoperta di cibo, vino e prodotti tipici, con un incremento del 12% rispetto al 2023 e del 49% rispetto al 2016.

“Il turismo enologico – aggiunge Cusumano – porta i visitatori a scoprire anche le campagne, le montagne e i piccoli borghi oltre le coste e le isole. È il vero volano per aumentare le presenze e contrastare la stagionalità. L’esperienza in cantina e nel territorio, abbinata al mare, è il mix perfetto per far rinascere luoghi dimenticati”.

Ma per sostenere questo modello serve una programmazione strutturale.
 

“Noi imprenditori la nostra parte la facciamo con impegno e sacrificio – sottolinea Cusumano –. Ora tocca a Stato, Ministeri e Regione fare la loro. Serve una road map pluriennale e coerente di investimenti, che è sempre mancata”. Tra le priorità indicate dall’imprenditore: infrastrutture, servizi e gestione delle risorse idriche.
“Bisogna investire subito in strade, viabilità interna, servizi turistici anche per gli stranieri – a partire dalle indicazioni in lingua – e soprattutto sull’acqua, la nostra sfida più grande. Acqua per i campi, per la natura, per i siciliani e per i turisti. Solo così la Sicilia potrà diventare uno dei luoghi più attrattivi d’Italia, non solo per le vacanze ma anche per vivere, intraprendere e fare impresa”.