×
 
 
13/11/2025 15:32:00

I pesciolini di Ingoglia, il pane della memoria. Un panificio che è un pezzo di Marsala

Ci sono luoghi che non si limitano a vendere pane, ma lo raccontano. E nella narrazione affettuosa, quasi poetica, del farmacista marsalese Piero Pellegrino, il panificio Ingoglia è uno di quei posti in cui si entra per prendere una “vasteddra”, e si esce con un viaggio nella storia della città.

Pellegrino, che lavora nella farmacia ad Amabilina, confessa che ogni volta che riesce a entrare “fra le mura della città” c’è una tappa a cui non rinuncia: il panificio Ingoglia, di fronte a ciò che resta dell’antica chiesa di San Gerolamo, rasa al suolo dal bombardamento dell’11 maggio 1943.
È lì che la memoria si impasta con la farina, e che quei famosi “pesciolini”, piccole pagnottine morbide, diventano un rito personale, un piccolo lusso quotidiano.

Un panificio come un archivio vivente della città

Salvatore Ingoglia, attuale titolare, è l’ultima generazione di una famiglia che da più di un secolo dà forma – letteralmente – a una parte dell’identità gastronomica di Marsala.

La storia comincia nel 1912, quando Salvatore e Carlo Ingoglia, figli di Angelo, aprono il loro primo forno in via San Lorenzo.
Angelo, prima ancora, gestiva velieri che trasportavano legname per le botti delle cantine e conduceva diligenze da Marsala verso Trapani e Palermo: una famiglia, insomma, nata nella mobilità e finita, per destino o vocazione, a creare pane, il più fermo dei punti fermi.

Il forno storico era poco più avanti rispetto alla prima bottega, accanto a una piazzetta con un grande pioppo che faceva da riparo ai viandanti. I clienti arrivavano con i cavalli che si dissetavano all’abbeveratoio, mentre loro compravano pagnotte fumanti.
Le scene che Pellegrino riporta dai racconti di famiglia sono quasi cinematografiche: i pastori che al mattino mungevano capre e mucche e barattavano il latte fresco con una pagnotta ancora calda.

Il pane durante la guerra: quando il forno non si è mai spento

La seconda generazione, Angelo jr. e Vito, affronta gli anni tremendi della guerra. Il grano manca, la farina è merce rara, e spesso arriva tramite canali paralleli. Ma il pane, bene primario, non viene negato alla popolazione marsalese.

Ingoglia diventa anche fornitore dell’Aeronautica Militare all’idroscalo dei capannoni Nervi. Ed è proprio durante una di quelle consegne che due fratelli rischiano la vita, quando vengono mitragliati da due aerei nemici mentre tornano verso Marsala. “Si salvarono buttandosi dietro un carretto o dietro un albero”, raccontano oggi Salvatore e Carlo.

Una tradizione che resiste, tra mille difficoltà

Dal 1975 il panificio è nelle mani dei cugini Salvatore e Carlo, che ogni notte danno vita a quel pane che i marsalesi riconoscono a occhi chiusi.
Pellegrino racconta la routine del forno come una liturgia:

  • alle 23 si impasta;
  • all’1 si formano le pagnotte;
  • alle 3 si accende il forno;
  • alle 5 è nel suo pieno splendore;
  • dalle 6 si inforna;
  • alle 8 tutto è pronto.

È una vita di sacrifici enormi, dice il farmacista: “estremi e assoluti”. E il contorno non è facile: i drammi del terremoto del ’68, problemi familiari, la ZTL che penalizza il passaggio, persino “strafalcioni della magistratura”.

Eppure il panificio Ingoglia resta lì, ultimo baluardo di una tradizione che non vuole arrendersi. Non è solo il pane a resistere, ma un’idea intera di Marsala: quella che vive nei profumi, nelle mani bianche di farina, nei ricordi di chi da bambino correva con dieci lire in tasca per comprare i pesciolini come fossero tesori.

Il racconto di Pellegrino: un gesto d’amore per un luogo-simbolo

Nel suo lungo post, Pellegrino non celebra solo un pane buonissimo.
Celebra quello che chiama “il miracolo quotidiano” di Ingoglia: la bontà dei prodotti, la gentilezza, la familiarità, la memoria collettiva che alberga tra forno, vetrine e scorci di storia lilibetana.

“È in questo istante, tra silenzio e fragranze” scrive, “che il cuore si sazia, prima ancora del palato”.

Un panificio può essere tante cose.
A Marsala, da più di cento anni, Ingoglia è soprattutto questo: un luogo che impasta pane e memoria, profumo e identità, passato e presente. Una storia semplice, ma essenziale. Come il pane.