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14/11/2025 06:00:00

Sanità, boom di viaggi per curarsi: la Sicilia perde sempre più pazienti e soldi

Il ministro della Salute Orazio Schillaci affronta il tema della migrazione  sanitaria del Sud: “È l’ammissione che lo Stato ha rinunciato a garantire l’uguaglianza dei diritti. È più facile dire che mancano sempre e solo i soldi. Certo che servono più risorse, ma se poi vengono spese male, se restano nei cassetti o vengono usate per coprire buchi di bilancio a che serve?”.


Il problema adesso è molto serio perché le regioni dove i siciliani vanno a curarsi sono sotto pressione, si tratta della Lombardia, dell’Emilia-Romagna, del Veneto.
I governatori dell’Emilia, Michele De Pascale, e della Lombardia, Attilio Fontana, sono preoccupati perché i loro sistemi sanitari lavorano in pressing, quindi chiedono che ci sia un patto nazionale affinché il sistema non si blocchi definitivamente.

 

I dati
Gli ultimi dati di Agenas, per il 2023, scattano una fotografia impietosa:  circa 670 mila ricoveri interregionali e flussi economici per 2,9 miliardi di euro in rimborsi tra le regioni. Oltre la metà di questi ricavi, pari al 57%, si concentra in sole tre regioni del Nord: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Il costo medio per un ricovero è salito a 4.444 euro, con un aumento del 9% rispetto al 2019, e raggiunge valori ancora più alti nelle regioni più attrattive: 4.935 euro in Lombardia, seguita da Emilia-Romagna e Veneto.
Il Paese è spaccato, ci sono regioni settentrionali che rafforzano il proprio ruolo di poli sanitari di riferimento, il Sud, invece, continua a perdere risorse, oltre alla fiducia e alle competenze. Le più penalizzate sono Sicilia, Calabria e Campania, che nel 2023 registrano i saldi economici negativi più elevati d’Italia. La Sicilia  guida la classifica con 211,3 milioni di euro, seguita dalla Calabria con 191,8 milioni e dalla Campania con 139,6 milioni.
Queste tre regioni condividono fragilità strutturali che incidono pesantemente sulla capacità di risposta sanitaria. A dimostrarlo sono i tassi di attrazione inferiori all’1% e l’indice di soddisfazione della domanda interna (ISDI) resta inferiore a 1. Inoltre, insieme a Puglia e Sardegna, assorbono il 57,4% della spesa complessiva nazionale per la mobilità non confinante, pari a circa 587 milioni di euro.
A rivolgersi alle cure del Nord sono principalmente i pazienti oncologici o di alta complessità, ma cresce anche chi si sposta per prestazioni di base, spesso a causa delle liste d’attesa interminabili.
Sul versante opposto, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna si confermano le regioni più attrattive d’Italia, con saldi economici fortemente positivi. La Lombardia registra un attivo di +383,3 milioni di euro, l’Emilia-Romagna continua la sua crescita costante, mentre il Veneto raggiunge +52,6 milioni di euro nel comparto specialistico ambulatoriale. Tutte presentano un indice ISDI superiore a 1, che indica una capacità produttiva superiore alla domanda interna e un’ attrattività consolidata su scala nazionale.

 

La Sicilia
L’assessorato regionale della Salute, da tempo ha avviato varie strategie per arginare la fuga dei pazienti. Tra le principali azioni figurano il rafforzamento della rete ospedaliera, con particolare attenzione alle aree di alta specializzazione oncologica e cardiologica, l’ampliamento delle convenzioni con il privato accreditato, che prevede incentivi per le strutture in grado di ridurre la domanda di cure fuori regione, e un piano straordinario per abbattere le liste d’attesa, anche attraverso l’utilizzo di fondi dedicati del PNRR.
La Sicilia spende oltre 200 milioni di euro l’anno per la mobilità sanitaria, risorse che potrebbero essere reinvestite per potenziare la qualità e la prossimità dei servizi sanitari locali. L’Assessorato ha istituito un tavolo tecnico permanente, coordinato dal Dipartimento di Pianificazione Strategica e con il coinvolgimento delle direzioni generali delle Aziende sanitarie, per monitorare i flussi, migliorare la capacità di risposta dei presidi territoriali e individuare le aree critiche in cui intervenire con priorità.