Intervento tempestivo, da parte dei Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura – Distaccamento Cites di Trapani, allertati dai volontari del WWF per un giovane esemplare di grifone euroasiatico in evidente difficoltà nella zona di Volpara.
Il rapace, una specie protetta di enorme valore naturalistico, non riusciva a prendere il volo e appariva gravemente debilitato. I militari, impegnati in un servizio di controllo sull’attività venatoria, si sono immediatamente recati sul posto, riscontrando le condizioni critiche dell’animale. Secondo le prime valutazioni, il malore potrebbe essere riconducibile a un avvelenamento.
Le operazioni di soccorso
L’intervento congiunto dei Forestali e dei volontari del WWF ha consentito di mettere in sicurezza il grifone, evitando un peggioramento delle sue condizioni. L’esemplare è stato quindi trasferito con urgenza presso il Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Ficuzza (Palermo), dove i veterinari specializzati stanno fornendo le cure necessarie e monitorando la sua ripresa.
L’obiettivo, qualora lo stato di salute lo consenta, è quello di reimmetterlo in natura.
Una specie simbolo e a rischio
Il grifone euroasiatico (Gyps fulvus) è uno degli avvoltoi più imponenti d’Europa, con un’apertura alare che può superare i 2,5 metri. In Italia ha rischiato l’estinzione, ma grazie a programmi di tutela e reintroduzione oggi alcune colonie sopravvivono in Sicilia, Sardegna e lungo l’Appennino.
Si tratta di una specie necrofaga, che si nutre esclusivamente di carcasse animali. Proprio per questo è estremamente vulnerabile ai casi di avvelenamento legati all’uso illecito di esche tossiche, una delle principali cause di mortalità per gli avvoltoi.
La presenza del grifone è fondamentale non solo per la biodiversità, ma anche per l’equilibrio degli ecosistemi, poiché svolge un ruolo decisivo nello smaltimento naturale degli animali morti.
Accertamenti in corso
I Carabinieri Forestali stanno effettuando ulteriori verifiche per accertare l’origine del malore del rapace e individuare eventuali responsabilità legate a un possibile avvelenamento. L’episodio, spiegano dall’Arma, conferma l’impegno costante nella tutela dell’ambiente e della fauna selvatica, in sinergia con associazioni e centri specializzati.