La Corte d’Appello di Palermo ha confermato le pesanti condanne per i cinque membri dell’equipaggio della Plutus, la nave cargo fermata nel luglio 2023 con un carico record di cocaina. Si trattava di oltre cinque tonnellate di polvere bianca, il più imponente sequestro mai effettuato in Italia, per un valore stimato di circa 850 milioni di euro.
I giudici della prima sezione hanno respinto il ricorso della Procura generale e hanno confermato integralmente la sentenza di primo grado, pronunciata dal gup Marco Gaeta con rito abbreviato. Restano così 16 anni di carcere per il capitano della nave, il russo Viktor Dyachenko, e per il calabrese Vincenzo Catalano, comandante del peschereccio Ferdinando D’Aragona, che secondo l’accusa avrebbe dovuto recuperare la droga al largo della Sicilia.
Condannati anche gli altri componenti del gruppo: 14 anni al tunisino Kamel Thamlaoui, mentre l’albanese Elvis Lleshaj e il tunisino Samj Mejri dovranno scontare 12 anni ciascuno. Accolte quindi le tesi delle difese, rappresentate dagli avvocati Piergiuseppe Cutrì, Salvatore Silvestro, Olesya Dzedzinska, Riccardo Lo Bue e Francesco Foraci.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la droga era stata lanciata in mare dalla Plutus e poi recuperata dal peschereccio calabrese. Il 20 luglio 2023 l’operazione della Guardia di Finanza di Palermo portò al blocco della nave a Porto Empedocle e al trasferimento a Termini Imerese. Anche in appello, però, i giudici hanno escluso la contestazione di associazione a delinquere, ritenendo insussistente il coinvolgimento dell’equipaggio in una struttura criminale organizzata.