Con il sigillo della settima sezione della Corte di Cassazione, è ormai definitiva la condanna inflitta dal Tribunale di Marsala (poi confermata in appello) al 45enne Massimo Pellicane per violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale. Nato a Castelvetrano, il 45enne era stato condannato in primo grado il 13 novembre 2024. La pena inflitta dal tribunale è stata ad un anno e 8 mesi di reclusione.
La sentenza è stata confermata in appello lo scorso 16 maggio. Ed è contro questa che il difensore ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che i giudici hanno omesso di valutare la mancanza di riscontri alla tesi accusatoria e la sussistenza di elementi a sostegno della tesi difensiva del non avere egli sentito, il 12 dicembre 2019, il campanello di casa. Inoltre, con motivazione giudicata “contraddittoria” dalla difesa la concedibilità della sostituzione della pena, omettendo di tenere conto della sopravvenuta nascita di una figlia.
Per la Suprema Corte, però, il ricorso è “inammissibile”. E pertanto ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.