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25/11/2025 12:38:00

“Delusa perché le donne sono lasciate sole”. Parla la mamma di Marisa Leo

Nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, le parole di Antonina Cammarata, madre di Marisa Leo, risuonano ancora più forti. Marisa, giovane donna di Salemi, è stata uccisa dal suo ex compagno il 6 settembre 2023. Oggi la sua memoria continua a vivere nelle iniziative promosse dall’associazione a lei intitolata, guidata proprio dalla madre, che ha scelto un colore per raccontare la rinascita: il giallo, il colore che sua figlia amava.

 

“La memoria di Marisa vivrà sempre. Anche in chi non l’ha conosciuta”

“Il giorno dopo l’omicidio di mia figlia – racconta Cammarata nell’intervista pubblicata oggi da Repubblica – mi sono detta che avevo due possibilità: o mi lasciavo andare, o decidevo di andare avanti. E ho scelto di restare e lottare per lei”.

Una forza nata dal carattere di Marisa, una donna indipendente, impegnata nel sociale, “che amava la vita, il lavoro, la beneficenza. Era una forza della natura”. Una donna che, però, aveva amato un uomo sbagliato. “Purtroppo lui non l’ha mai rispettata”, dice la madre. “Era manipolatore e narcisista”.

 

“Le donne sono lasciate sole. Si denuncia, e poi?”

La madre di Marisa è dura: “Sono molto delusa. Le donne vengono lasciate sole. È giusto denunciare, ma succedono ancora troppi femminicidi. Se un uomo ha deciso di uccidere, lo fa”.

Una frase che pesa ancora di più oggi, 25 novembre, mentre in tutta Italia si commemorano le donne uccise da compagni, ex partner, uomini incapaci di accettare rifiuti e libertà.

 

“Manca il rispetto. È da lì che bisogna partire”

Secondo Cammarata, la prevenzione deve cominciare dai luoghi dell’educazione, prima ancora che dalle norme:

“Lo ripeto sempre alle mie nipoti: bisogna rispettare gli altri. Quello che manca è la cultura del rispetto”.

L’associazione Marisa Leo ha anche chiesto all’Accademia della Crusca un confronto sul termine violenza, senza ricevere risposta. “Il contrario della violenza è il rispetto – sottolinea – e questo bisogna insegnarlo”.

 

Educazione affettiva nelle scuole: “Serve, ma fatta bene”

“Moltissimi ragazzi oggi hanno accesso a qualunque informazione, ma non sanno come gestirla. Servirebbero persone competenti per fornire loro strumenti giusti”, dice Cammarata, che sostiene l’introduzione di percorsi scolastici di educazione affettiva, purché preparati con professionalità.

 

L’eredità di Marisa

Marisa si confidava con sua madre. “Mi raccontava delle sue sofferenze, e io la incoraggiavo: ‘Lascialo, non serve a nulla’. Ma lui riusciva sempre a manipolarla”.

Oggi la madre porta avanti ciò che la figlia credeva: cultura, impegno, educazione, amore per il territorio. “Marisa mi ha insegnato a leggere i libri che aprono la mente. E adesso, grazie a lei, riconosco meglio le persone tossiche e quelle che invece ti fanno bene”.

 

“Non lasciatele sole”

La conclusione è un appello che vale per tutte:

“Le donne non devono essere lasciate sole. Mai. Non deve succedere più quello che è successo a Marisa”.