Tra le aree protette che beneficeranno dei nuovi finanziamenti per il ripristino ambientale spicca la Riserva naturale delle Saline di Trapani e Paceco, inserita nel pacchetto dei cinque progetti approvati dal governo nazionale per un totale di oltre 13 milioni di euro, mentre manca totalmente la Riserva dello Stagnone di Marsala.
Un riconoscimento importante per uno dei siti più preziosi della Sicilia occidentale, dove l’intervento finanziato punta al recupero della Salina Bella e delle aree ecologicamente connesse, in un’ottica di tutela e ricostruzione degli habitat naturali.
Accanto alle saline trapanesi, i fondi europei e nazionali raggiungeranno Lampedusa, le saline di Priolo, il fiume Pollina e il Pantano di Lentini: un piano che – nelle intenzioni della Regione – segna un passo concreto verso l’attuazione della Restoration Law e un rilancio complessivo delle aree naturali siciliane.
«Il governo Meloni ha valutato positivamente i nostri progetti – commenta l’assessore Giusi Savarino - e a breve con queste risorse potremo dare attuazione, coinvolgendo gli enti gestori, a quanto previsto in fase progettuale. Un percorso da me avviato che ci permetterà di riqualificare, implementare e tutelare ancora meglio i siti individuati. Cito, tra tutti, l’acquisizione al patrimonio regionale della casa di Domenico Modugno, nella spiaggia dei Conigli a Lampedusa, dove nascerà il Centro per la biodiversità del Mediterraneo e la bonifica di un’area nelle saline di Priolo, tornate ad essere habitat di nidificazione dei fenicotteri rosa, esempio di resilienza ai margini di un grande polo industriale. Priorità per il governo Schifani, che finalmente potranno essere realizzate».
Queste, in sintesi, le proposte della Regione, finanziate per 13 milioni e 367 mila euro: Riserva naturale Isola di Lampedusa: prevista la riqualificazione naturalistica della costa meridionale di Lampedusa, ricostituzione della vegetazione naturale, acquisizione e valorizzazione dell’immobile nei pressi della spiaggia dei Conigli (ex casa Modugno) per realizzarvi il Centro per la conservazione e la fruizione della biodiversità insulare del Mediterraneo.
Riserva naturale Saline di Priolo: prevista la creazione di aree umide attraverso la bonifica di un sito industriale finalizzate a favorire la nidificazione, lo svernamento e la migrazione di specie avifaunistiche.
Riserva naturale Saline di Trapani e Paceco: sarà realizzato un progetto di recupero della Salina Bella e delle aree ecologicamente connesse.
Sito Natura 2000 Fiume Pollina: in connessione con il Parco delle Madonie, sarà realizzato un progetto di riqualificazione fluviale del tratto a valle.
Zona di protezione speciale per l’avifauna Pantano Lentini: qui sarà realizzato un progetto di acquisizione, riqualificazione e tutela.
Eppure, come dicevamo, in questo elenco di interventi mirati, stupisce l’assenza di una delle riserve più delicate e, allo stesso tempo, più sotto pressione dell’intero territorio regionale: la Riserva naturale dello Stagnone di Marsala.
Un sito SIC e ZPS che, nonostante il suo valore ambientale e paesaggistico, continua a essere teatro di un uso intensivo – quando non eccessivo – del territorio: kitesurf senza regole adeguate, parapendio, eventi musicali, chioschi e attività che spesso poco hanno a che vedere con un’area che dovrebbe essere protetta e gestita con criteri di conservazione rigorosi.
Proprio mentre altrove si investe per ripristinare gli ecosistemi, allo Stagnone si registra un vuoto di programmazione che pesa: nessun progetto, nessun finanziamento dedicato, nessuna misura strutturale per contenere l’impatto crescente delle attività umane. Una mancanza che apre interrogativi sulla visione di tutela adottata e sulla capacità di valorizzare, davvero, uno dei patrimoni ambientali più fragili e iconici della Sicilia occidentale.