Migliaia di persone hanno sfilato oggi per le strade di Messina contro il progetto del ponte sullo Stretto. Un corteo imponente, partito da piazza Castronovo, che ha riunito associazioni, comitati, movimenti, amministratori locali e semplici cittadini arrivati da tutta la Sicilia e dalla Calabria. In mezzo al serpentone anche la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, arrivata per sostenere la protesta.
Il messaggio che arriva dalla piazza è netto: il ponte non è una priorità, e il Sud – dicono i manifestanti – ha bisogno di infrastrutture vere, non di “cattedrali sospese”.
Bonelli: “Il Sud è stato ingannato”
In apertura del corteo è intervenuto Angelo Bonelli, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra:
«Salvini voleva togliere 14 miliardi di euro alle vere priorità del Paese. Questo progetto ha più di trent’anni, lo hanno spacciato per nuovo. Il pilone di Cannitello è su una faglia attiva e sono state violate direttive europee. Oggi siamo qui per dire che un’altra Italia è possibile: Sicilia e Calabria hanno bisogno di ferrovie, scuole, ospedali. Il Sud è stato ingannato».
Accorinti: “Faremo disobbedienza civile”
Tra i volti storici del movimento No Ponte c’è Renato Accorinti, ex sindaco di Messina, accolto da una lunga ovazione.
«È un’opera inutile e devastante. Lo Stretto è una zona sacra, non si può toccare. Se apriranno i cantieri faremo disobbedienza civile», ha detto.
E ancora: «Qui manca l’acqua, mancano le strade, le ferrovie sono a binario unico, gli aeroporti non sono collegati. Non è vero che col ponte arriva lo sviluppo: la Calabria è già legata all’Italia e all’Europa, eppure è la regione più povera d’Europa. Non facciamoci prendere in giro».
Poi una stoccata alla politica: «Conte e Landini dove sono? Dovevano essere qui. Su una battaglia così bisogna essere uniti».
M5S: “Salvini restituisca ai siciliani 1,3 miliardi”
Dal corteo è arrivata anche la voce del Movimento 5 Stelle.
«Salvini si vergogni dello scippo ai siciliani», ha detto Nuccio Di Paola, coordinatore regionale. «Ha sottratto 1,3 miliardi di fondi destinati alle infrastrutture siciliane per finanziare un progetto di propaganda. La priorità per noi è poter guidare ogni giorno su strade sicure, non rischiare la vita».
Di Paola cita la recente delibera della Corte dei Conti: «Ha scritto nero su bianco che questo ponte viola norme ambientali, economiche e procedurali. È un monumento allo spreco anche prima della posa della prima pietra».
Le associazioni ambientaliste: “Opera illegittima e dannosa”
Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu e WWF erano in piazza e hanno ribadito la loro posizione:
«Il progetto è in violazione della Direttiva Habitat e delle norme europee sugli appalti. La Corte dei Conti ha confermato le nostre denunce. Chiediamo al governo di fermarsi prima di sprecare altri soldi dei contribuenti».
Le associazioni hanno ricordato i ricorsi già presentati al Tar e i tre reclami inviati alla Commissione europea.
Un corteo che racconta un malessere più grande
La mobilitazione di Messina non è stata solo una protesta contro il ponte, ma la fotografia di un disagio più profondo. “Il Sud ha bisogno di strade, ferrovie, collegamenti, acqua, scuole – non di un’opera faraonica che non serve a nessuno”, ripetono in molti lungo il percorso.
Oltre 80 associazioni hanno aderito alla giornata, definita dagli organizzatori “la più grande manifestazione No Ponte degli ultimi anni”.
E mentre il Governo continua a difendere il progetto, oggi Messina ha mostrato un’altra faccia: quella di migliaia di cittadini che reclamano investimenti reali, non un sogno d’acciaio sospeso tra due sponde che, per loro, rischia di rimanere tale per sempre.