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30/11/2025 06:00:00

Centrodestra in Sicilia, Salvini riapre la crisi

La vittoria della Lega in Veneto ha aperto la strada a lunghe dichiarazioni che hanno coinvolto anche la Sicilia. Intanto una certezza c’è: il modello Zaia vince, il modello Vannacci è stato bocciato.


Quindi, più che dare consigli, Matteo Salvini dovrebbe — con un po’ di umiltà — incassarli. E magari, in Sicilia, lasciarsi consigliare dai suoi uomini e dalle sue donne. E provare a capire (cosa tutt’altro che difficile) che sui territori la Lega non decolla, non c’è, non entra nei consigli comunali. E quando ci sono esponenti vicini al partito, spesso si mimetizzano in liste civiche.

A Marsala, quinta città della Sicilia, territorio dell’assessore regionale Mimmo Turano e della commissaria Eleonora Lo Curto, con molta probabilità la lista della Lega non ci sarà, ma avrà un nome civico. Qualche domanda Salvini dovrebbe farsela.

Tornando alla Sicilia, per Salvini il prossimo candidato presidente, nel 2027, potrebbe essere proprio un leghista. I nomi di spicco non mancano, a cominciare da Luca Sammartino.
Il suo “consiglio” ha però smosso le acque — già poco chete — di una coalizione che fatica persino a decidere cosa sarà domani.


Le reazioni

Il primo a intervenire è stato il commissario regionale di Forza Italia, Marcello Caruso:

“Ringrazio il Ministro Salvini per il suo interesse verso la Sicilia, ma desidero precisare che Forza Italia non ha bisogno di consigli non richiesti, dei quali, peraltro, può tranquillamente fare a meno. Il Ministro è liberissimo di occuparsi, come è giusto, di altre regioni.
Per quanto riguarda la Sicilia, però, c’è una verità incontestabile: la Sicilia è guidata, con risultati eccellenti, da Renato Schifani. Un governo di cui Forza Italia rivendica con forza e orgoglio i risultati, da tutti indicati come uno dei motori trainanti della ripresa economica siciliana. Una realtà confermata dai parametri economici e certificata da soggetti esterni autorevoli come Banca d’Italia, Istat e le principali agenzie di rating.
Non credo si possa ignorare un dato altrettanto inequivocabile: il peso politico ed elettorale di Forza Italia in Sicilia, che in tutte le ultime competizioni elettorali si è confermata come primo partito dell’isola per consensi e numero di eletti”.

Anche Grande Sicilia–MpA boccia le dichiarazioni di Salvini:

“Intempestiva oltre che inopportuna l’ipotizzata candidatura avanzata da Matteo Salvini. Contraddice la più volte dichiarata opzione a favore del presidente in carica. Inoltre arriva alla vigilia dell’esame in Aula della legge di stabilità e fa riflettere su ciò che la coalizione dovrà affrontare. Comprensibile, comunque, nell’ottica dell’asse nuova DC–Lega e dei relativi progetti”.

A tentare di calmare le acque è Nino Germanà, segretario regionale della Lega:

“La Lega è stata protagonista nella scelta del presidente Schifani ed è alleato responsabile della coalizione. Le parole di Salvini sono state estrapolate da un contesto più ampio. Abbiamo colto molto nervosismo nelle reazioni. Qualcuno appare più alleato a corrente alternata che convinto sostenitore del governo Schifani. La nostra lealtà è sotto gli occhi di tutti. A chi immagina scenari per noi incomprensibili rispondiamo: hic manebimus optime”.


I retroscena

La dichiarazione di Salvini non è arrivata per caso: fa parte di un ragionamento — che forse non doveva svelare — tra Lega e FdI.
I malumori verso l’attuale presidente della Regione sono noti: non c’è più convergenza né sul metodo né sulla sua ricandidatura.

Si giocherebbe su due livelli:

  • - ricandidare Nello Musumeci in Sicilia,
  • - lasciare alla Lega la Lombardia.

Un’altra verità è che a difendere Schifani sono rimasti in pochi. Alla possibilità del bis non crede più nessuno. Anche dentro Forza Italia, la pattuglia all’ARS non è soddisfatta degli assessori tecnici scelti dal governatore senza condivisione.


Il 2 dicembre, la mozione in Aula

Martedì 2 dicembre, alle 14, inizierà la discussione in Aula sulla mozione di sfiducia al presidente Renato Schifani.
Ecco perché le dichiarazioni di Salvini, da alleato della coalizione, sono apparse così fuori luogo.