Venerdì 28 novembre, in apertura del service “Rispetto ed Etica per costruire fraternità”, il Presidente pro tempore del Lions Club di Trapani, Giovanni Cardella, ha chiesto ai presenti un minuto di raccoglimento in memoria del Past Presidente Franco Di Genova.
L’incontro, ospitato al Museo Diocesano San Rocco, ha proposto alla comunità un momento di approfondimento sul tema “Le parole per la fraternità”, considerato dai Lions un nodo centrale della loro missione. Un pomeriggio dedicato a una riflessione su giustizia, pena, dignità della persona e ruolo della comunità.
A guidare l’iniziativa è stata Antonella Bona, Delegata del Governatore del Distretto Lions 108 Yb Diego Taviano per il service in corso, che ha intervistato la Presidente del Tribunale di Trapani, Alessandra Camassa, e il magistrato in pensione Dino Petralia, già Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Nel corso del confronto è stata messa in evidenza la distanza, spesso percepita, tra la giustizia intesa come applicazione della legge e la necessità di una visione più ampia, capace di includere la fraternità come valore di riferimento. “Senza attenzione alla dignità e alla relazione umana – è stato ricordato – la giustizia rischia di essere incompleta”.
Camassa e Petralia hanno insistito sul ruolo della pena non solo come sanzione, ma come occasione di riabilitazione e ricostruzione del legame sociale. Un tema che si lega anche alla giustizia riparativa, approccio orientato al dialogo e alla ricomposizione tra autore del reato, vittima e comunità. Un modello che richiede ascolto e collaborazione, e che – è stato detto – può produrre esiti più umani e più utili sul piano sociale.
Prudenza, invece, sulla digitalizzazione della giustizia e sull’impiego dell’intelligenza artificiale nei procedimenti. La Presidente Camassa ha sottolineato come al momento tali strumenti possano essere utili soprattutto nella gestione organizzativa, ma non possano sostituire la relazione e l’attenzione che un processo richiede.
Altro punto centrale del pomeriggio è stato il ruolo della comunità nel percorso di reinserimento delle persone private della libertà. La funzione risocializzante della pena, è stato ribadito, non può essere affidata solo alle istituzioni, ma necessita dell’impegno di tutto il contesto sociale, che deve offrire opportunità e sostegno per un ritorno responsabile alla vita civile. Dal confronto è emerso l’auspicio che la comunità trapanese possa partecipare in maniera più attiva ai processi di reinserimento e che il Lions Club continui a fare la sua parte in questo percorso.