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03/12/2025 10:06:00

L'inchiesta sulla Liberty Lines, misure cautelari per 7 dirigenti e sequestro da 184 mln

Nuovo capitolo nell’inchiesta che sta scuotendo il sistema dei collegamenti marittimi siciliani. Su richiesta della Procura di Trapani, il Gip ha disposto misure cautelari nei confronti di sette membri apicali della Liberty Lines, la compagnia trapanese che gestisce i collegamenti veloci con le isole minori.

 

Per tutti scatta il divieto di dimora nei comuni di Trapani e Milazzo e il divieto temporaneo di esercitare ruoli direttivi in imprese e persone giuridiche. Sono indagati, a vario titolo, per truffa ai danni dello Stato, corruzione e frode nell’esecuzione di un servizio pubblico.

 

Parallelamente il giudice ha confermato il sequestro preventivo delle quote sociali e dell’intero compendio aziendale della società – terreni, immobili, impianti, aliscafi, automezzi, crediti e liquidità – per un valore complessivo di 184 milioni di euro. Si tratta dello stesso provvedimento anticipato d’urgenza dalla Procura il 18 novembre.

 

Un sistema di irregolarità nei collegamenti pubblici

Secondo gli inquirenti, l’indagine ha portato alla raccolta di gravi indizi sull’esistenza di un sistema fraudolento teso a ottenere contributi pubblici pur non rispettando i contratti di servizio e la convenzione ministeriale. Nel mirino soprattutto omissioni sulle avarie dei mezzi, sull’applicazione dei protocolli di sicurezza e sulla comunicazione delle criticità tecniche delle unità navali.

Una dinamica che – secondo l’accusa – avrebbe consentito alla compagnia di continuare a ricevere le erogazioni previste, con possibili ricadute anche sulla sicurezza dei passeggeri. Un quadro che richiama alla memoria la vicenda del 2017, quando il settore era già finito al centro dell’inchiesta “Mare Monstrum”.

 

Continuità del servizio garantita

Nonostante il sequestro, l’operatività aziendale non si ferma. Il Gip ha nominato un collegio di tre amministratori giudiziari (due commercialisti e un avvocato) con il compito di assicurare la continuità dei collegamenti marittimi, tutelare i lavoratori e ristabilire condizioni di piena legalità nella gestione.

 

Indagine ancora in corso

L’inchiesta coinvolge complessivamente 48 indagati, tra cui anche la SNS (Società di Navigazione Siciliana). La procedura si trova nella fase delle indagini preliminari e, fino a eventuali sentenze definitive, per tutti vale la presunzione di innocenza.